Latina, gli stati generali e la rivoluzione. Gava si appassiona all’argomento

Pietro Gava

Gli stati generali sono il nuovo elemento che anima il dialogo aperto da Latina Bene Comune ad altre forze politiche. Qualcuno ha già comprato i pop-corn, prevedendo tempi lunghi. E non solo.

Il concetto di “stati generali secondo Lbc” lo ha esplicitato bene ieri l’assessore Gianmarco Proietti affermando che coinvolgendo le migliori menti e professionalità per ogni tema (urbanistica, ambiente, cultura, scuola eccetera) sarà possibile offrire ai cittadini e a tutte le forze politiche interessare, ad un dialogo con Lbc, luoghi di confronto e di co-progettazione, facilitando così il percorso virtuoso avviato dall’amministrazione comunale a sostegno del bene comune.

Eppure il Pd (uno degli interlocutori di questo dialogo formalmente avviato da diverse settimane, ormai) poche ora prima, probabilmente pensando di rispondere ad una richiesta di aiuto finalizzata a dare risposte alla città laddove Lbc, a tre anni dall’inizio della consiliatura, non è stata in grado, ha buttato giù una lista di cinque cose da fare per sperare in un radicale cambiamento nel presente.

Proietti, felice dei temi del Pd, ha calato sul tavolo della trattativa la carta degli stati generali, rinviando di fatto ad un prossimo futuro un’intesa politica concreta.

Oggi il capogruppo Dario Bellini si è mosso sullo stesso percorso indicato da Proietti, ovvero invocando gli stati generali, previa la necessità urgente di convocare una consultazione assembleare del movimento di Lbc. Ma soprattutto Bellini ha elencato una serie di azioni amministrative ritenute di esito positivo tanto da rivendicarle con orgoglio. E c’era da aspettarselo perché prima il sindaco Damiano Coletta e poi il segretario di Lbc Francesco Giri lo hanno detto a chiare note: la maggioranza non è in crisi di numeri e non soffre di crisi di inconcludenza. “Sentiamo la necessità – aveva detto Giri – di mettere a sistema le energie della città su dei temi ben precisi”.

In questo dialogo avviato da Lbc, con il Pd allargato al Movimento cinque stelle e a moderati “che fanno fatica ad avere un riferimento politico in chi, nel centrodestra cittadino, pensa di potersi riciclare solo cambiando casacca” (qui un indiscreto identikit), i partiti politici fuori dal cerchio osservano in religioso silenzio. Studiano, per iniziare a pianificare la prossima discesa in campo per le amministrative del 2021.

Sebbene la politica nazionale in questo momento assorbe l’attenzione dei cittadini di Latina più della pseudo difficoltà di Coletta e della sua squadra, non è sfuggito un post pubblicato su Facebook da Pietro Gava, ex segretario di Latina Bene Comune che poco più di un anno fa rassegnava le proprie dimissioni in occasione della modifica dello statuto del movimento. “Un atto dovuto”, disse, per poi non ricandidarsi più e neanche rinnovare la tessera. Insomma un ex Lbc a tutti gli effetti. Argomento del post? Neanche a dirlo: gli stati generali.

“I più conosciuti stati generali della storia, quelli che prepararono la strada alla rivoluzione francese – scrive Gava -, ospitavano il terzo stato (borghesia, contadini, operai) fin dall’apertura dei lavori, e avevano potere decisionale. Si arrivò alla loro convocazione per l’impossibilità dell’arroccato assolutismo monarchico di risolvere gravissimi problemi finanziari e sociali”.

Ecco che la citazione storica di Gava suscita una riflessione, ricordando che il potere decisionale spetterebbe agli stati generali e non ai promotori. Ma vai a guardare al Settecento? E allora perché invocarli? Perché a palazzo ci si è così arroccati nell’assolutismo da non riuscire a risolvere neanche un problema?

La sensazione è che Gava abbia voluto dire che se c’è la volontà politica di aprire ad altri soggetti con gli stati generali, molto dipende da come verrebbero organizzati e a chi verrebbe attribuito il potere decisionale. 

Gava nella sua esperienza di segretario del movimento di Latina Bene Comune ha ripetuto tante volte che “la rivoluzione non si fa da soli”. Il dialogo con il Pd locale, guidato da Alessandro Cozzolino, lo aveva avviato lui per primo. Ma dopo la corsa del sindaco Coletta alla Presidenza della Provincia di Latina, sostenuta da una parte del Pd (indispensabili le firme per la candidatura), non se ne fece più nulla.

In un anno il Pd è rimasto lo stesso, stessi volti in Comune e nel partito, mentre Lbc oltre a Gava ha perso tre consiglieri comunali e un parte di tesserati. E se problemi di maggioranza non ci sono, come ha ribadito Giri, le sedute di Consiglio si tengono in seconda convocazione. Ma solo per precauzione, è stato più volte ribadito.