Il Partito democratico di Latina “intralcia” la realizzazione del centro commerciale a ridosso dell’hotel Garden, con un’opposizione formale all’adozione della variante di Piano particolareggiato Q3, delibera di giunta numero 457 del 28 dicembre 2018. Sottoscrittore dell’iniziativa, protocollata al settore Pianificazione urbanistica del Comune di Latina, è il segretario comunale del Pd Alessandro Cozzolino, di concerto con il gruppo consiliare dem, composto dai consiglieri Nicoletta Zuliani ed Enrico Forte, nella qualità di interessati alla presentazione delle osservazioni nei termini di legge.
Tra le motivazioni dell’opposizione il fatto che la variante puntuale, per l’abolizione del vincolo alberghiero nel lotto interessato dal progetto per la realizzazione di un centro commerciale con una volumetria di oltre 25mila metri quadrati, “non è oggetto e frutto di una pianificazione organica e organizzata sul territorio delle aree di tipo commerciale”. Secondo il Pd, infatti, “interviene puntualmente su un’area marginale già soggetta a problematiche di tipo viabilistico e funzionale”. “Non vi è evidenza – si legge nel protocollo di opposizione – di uno studio viabilistico, degli accessi, del mutarsi dei carichi viari e dell’intero sistema infrastrutturale dell’intorno urbano. Non appare chiaro come, in tale variante possa essere rispettata una quantificazione e verifica degli standard, soprattutto per le aree da destinarsi a parcheggio che risultano fortemente sottodimensionate vista la totalità dell’area commerciale progettata. Inoltre non vi è nessuna evidenza di analisi effettua riguardo tutte le altre componenti degli spazi da destinare a Standard urbanistici per l’intero intorno pianificatorio, comunemente inteso come la totalità del Ppe”. E ancora, al di là delle eccezioni formali sollevate dal Pd, il partito all’opposizione del governo cittadino eccepisce che “in tale variante non viene data la possibilità ai cittadini e fruitori del quartiere di operare osservazioni ante la stesura della variante, operando ed attuando l’ormai comune concetto di pianificazione concertata e condivisa con i cittadini”. “Tale variante appare come frutto di una scelta operata ad unico interesse e favore dell’interesse di pochi – si legge – e non nell’interesse della collettività”.
Ed è proprio nell’interesse della collettività che il Pd ha motivato l’opposizione formale alla variante Q3, sottolineando che “non appare chiaro come possa essere confusa una destinazione d’uso di piano, con un vincolo bancario/amministrativo”. Questione quest’ultima cerchiata in rosso dalla Procura della Repubblica che ha ipotizzato il falso, il falso presupposto della motivazione del deliberato di giunta laddove si giustifica la variante in favore della destinazione commerciale dell’area in questione per la decadenza del vincolo alberghiero a seguito dell’estensione di un mutuo, quando invece il vincolo, come accertato dagli inquirenti, era di natura urbanistica, inserito nel Ppe in variante al Piano regolatore generale.
“Questa variazione puntuale di destinazione, può essere difficilmente intesa come ‘non sostanziale – si legge nell’opposizione del Pd -, infatti tale mutamento di destinazione d’uso, da ricettiva a commerciale, comporta una importante differenza dei carichi urbanistici specifici sia dal punto di vista di dimensionamento di piano sia dal punto di vista di dotazione di spazio pubblico. Visto quanto detto appare quantomeno dovuto un
passaggio di analisi e verifica di varianti di questo tipo, presso l’organo del Consiglio Comunale e le specifiche verifiche dovute per le modifiche sostanziali di piano”.
Dunque, al Partito democratico, segreteria e gruppo consiliare, sembra chiaro come le problematiche urbanistiche del territorio cittadino siano altre e la variante urbanistica in oggetto “sia pervasa una unica componente speculativa assolutamente contraria alle comuni tendenze dell’urbanistica contemporanea: non vi è il minimo accenno alle componenti ambientali, housing sociale sostenibilità urbanistica”.
“Resta in ogni caso come vizio impregiudicato la verifica di compatibilità con il Piano del
Commercio”, annota Cozzolino in un passaggio.
In definitiva il Partito democratico con questo atto formale di opposizione chiede l’eliminazione della variante come deliberata dalla giunta di Damiano Coletta e di riscriverla con le dovute misure correttive e riflessioni. Suggerita un’analisi più ampia, magari inserendo tale modifica pianificatoria in un più ampio ragionamento sull’intera matrice degli spazi commerciali cittadini.
“L’urbanistica è la ‘prova del 9’ di chi fa politica a Latina per motivi storici e perché molti, troppi interessi si sono mossi attorno ai terreni, alle cubature, agli standard, alle varianti ed hanno fatto il bello e il cattivo tempo, la fortuna e la caduta di interi gruppi politici”, ha commentato la consigliera Zuliani su Facebook. “Siamo in uno stato di diritto – si legge nel post della consigliera dem -, e Latina è stata pure denominata da questa amministrazione ‘Città dei Diritti’, ma il momento storico della nostra città richiede un surplus di attenzione e di umiltà quando si trattano questioni delicate come quelle urbanistiche che si possono rivelare dei veri e propri detonatori e dove deve essere chiaro come il diritto della collettività si coniuga col diritto dei singoli. Ecco perché revocare ed annullare in autotutela la DGM 457/2019 della variante in Q3 e fare un passaggio in Consiglio Comunale. Basterebbe una maggiore trasparenza, il coinvolgimento di tutto il Consiglio ed un ascolto meno prevenuto rispetto alle osservazioni e alle critiche dell’opposizione, e il procedere potrebbe essere meno tempestoso”.