Latina, incidenza della tassazione sulle imprese pari al 63,1%. I dati Cna

Antonello Testa

Latina al 125° posto per tassazione sulle piccole e medie imprese. E’ questo il dato emerso dal IV rapporto nazionale “Comune che vai, fisco che trovi” presentato dalla Cna (Confederazione nazionale della Piccola e Media Impresa).

La domanda di fondo è: quanto le tasse incidono realmente sui redditi delle nostre imprese?

L’indagine condotta dall’Osservatorio permanente sulla tassazione delle Pmi ha analizzato l’andamento della pressione fiscale in 141 Comuni italiani, dal 2011 al 2019, con una proiezione per l’anno in corso. Latina, con un Total Tax Rate pari al 63,1%, risulta essere, tra i comuni considerati, al 125° posto per tassazione sulle PMI. Il più conveniente Bolzano con il 53% di pressione fiscale, il più ostico Reggio Calabria con il 69,8%. Nella Regione Lazio fa peggio di Latina solo Roma con il 67% mentre Frosinone si attesta al 61%, Viterbo al 60,4% e Rieti 59,8%.

Alla presentazione del rapporto ha partecipato anche il direttore della Cna Latina, Antonello Testa, che evidenzia come, dati alla mano, la riduzione della pressione fiscale rimane la priorità per il nostro Paese. “Il quadro che emerge da questo rapporto – spiega Testa – ci dice che la situazione non è accettabile e soprattutto non è sostenibile per la crescita ed il mantenimento del nostro tessuto imprenditoriale”.

L’indagine condotta dall’Osservatorio di Cna viene considerata un punto di riferimento per valutare l’andamento delle politiche in atto; calcola il Total tax rate (Ttr), ovvero la pressione fiscale complessiva, e individua il Tax free day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse.

A Latina – sono le parole di Testa – un imprenditore deve lavorare fino al 17 agosto per saldare i conti con il fisco e per questo non è più procrastinabile un lavoro sinergico tra tutte le istituzioni e le forze sociali affinché si individuino azioni condivise che possano concretamente favorire lo sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale”.

“La Cna in questo senso molto ha fatto – afferma il direttore di Cna Latina – e continua a fare in termini di proposte utili alla riduzione della pressione fiscale. La proiezione del Rapporto Cna – continua Testa – rivela che nel 2019 il Total tax rate (Ttr) per le piccole imprese italiane si attesta al 59,7 per cento, calando dell’1,5 per cento in un anno e questo grazie al’innalzamento della deducibilità dell’Imu sui beni strumentali che la Cna ha proposto ed ottenuto sul piano nazionale”.

Ma tante altre sono le azioni che ancora possono e devono essere messe in campo per arrivare a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese, sostiene Testa, aggiungendo che secondo la Cna “occorre agire senza indugio prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso della fiscalità”. “In questo senso – conclude – abbiamo intenzione di convocare gli stati generali delle piccole e medie imprese della Provincia di Latina per trasformare in azioni concrete le nostre proposte”.

Di seguito si riportano quelle che sono le principali linee di azione che la Cna propone:

– Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, utilizzando le risorse provenienti dalla “spending review” e dalla lotta all’evasione.

– Rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi.

– Rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa a partire già dall’anno d’imposta 2019.

– Definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro.

– Rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli ai valori di mercato ad invarianza di gettito.

–  Agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.

– Evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment” nonché la ritenuta dell’8 per cento applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.