Sorpresi no, ma amareggiati sì. Lo sono gli abitanti di via Monfalcone a Latina. Hanno davanti montagne di rifiuti ricoperte da teli verdi che all’imbrunire si confondono con il paesaggio agricolo tra Borgo Montello e Borgo Bainsizza. Quell’odore nauseabondo che hanno respirato per 40 anni è l’incubo dei sopravvissuti delle famiglie di Monte Inferno, dal titolo del docu-film sulla discarica. Sopravvissuti ai mali che hanno portato via i loro cari. Stanno lì, in attesa della promessa alternativa.
Dal 2016 gli invasi Indeco ed Ecoambiente sono chiusi. Ma non hanno festeggiato perché hanno sempre ipotizzato che prima o poi sarebbero stati riaperti. Ecco perché non sono sorpresi dalle ultime notizie. L’acquisizione del 51% della partecipazione di Ecoambiente da parte della Systema Ambiente dà solo forza alla loro intuizione, certamente più arguta di quella della politica. Perché quando si vive sulla propria pelle un qualsivoglia disagio nessuno ti può capire fino in fondo.
Recentemente il Consiglio comunale di Latina ha approvato una mozione per impegnare il sindaco e la giunta ad adottare ogni tipo di iniziativa utile al fine di convenire con la Regione Lazio una forma di ristoro verso le popolazioni interessate dalle servitù collegate allo smaltimento dei rifiuti, con un meccanismo compensativo direttamente proporzionale alla vicinanza delle residenze rispetto alle medesime servitù. Ristoro da finanziare con una parte dell’ecotassa.
Ieri il Consiglio provinciale di Latina ha approvato un nuovo piano rifiuti che prevede la realizzazione di due impianti per il trattamento di rifiuti organici e due centri di eccellenza per i rifiuti già differenziati baricentrici per tutta la provincia per il trattamento e il recupero di multimateriale, carta, plastica, metalli e la residua produzione di combustibili solidi secondari e di un centro di trasferenza, per l’ottimizzazione del trasporto ai due centri di eccellenza. Il piano prevede, tra le varie cose, che la realizzazione di detti impianti, privilegiando investimenti pubblici, avvenga escludendo quali location i siti interessati da discariche, per le quali non è conclusa la bonifica. Il piano prevede inoltre l’esclusione della realizzazione di impianti quali termoinceneritori e impianti di Tmb, già programmati a livello regionale.
Abbiamo chiesto al geometra Giorgio Libralato, da anni consulente delle famiglie di via Monfalcone, se le recenti deliberazioni dell’amministrazione comunale e dell’amministrazione provinciale di Latina possano costituire una risposta concreta finalizzata all’indennizzo e alla bonifica della discarica.
“Che dire. Comprendiamo le buone intenzioni delle amministrazioni, ma riteniamo che siano tali. Perché le attività amministrative si esercitano attraverso atti. Qui siamo fermi agli intenti. Mi spiego meglio. Affinché la mozione comunale diventi fattibile è necessaria una legge regionale, oppure l’approvazione della variante da parte della Regione. Il Comune di Latina ha approvato dopo la delibera di Consiglio del 2012 due atti, che non sono state revocati, quindi sono ancora validi, e che prevedono un indennizzo a zero costi per il Comune e per la Regione Lazio. Di che si tratta? Prevedono che il deprezzamento degli immobili di via Monfalcone sia compensato in cubature da realizzare in altro luogo, che il Comune acquisisca al proprio patrimonio le proprietà private cedendo in cambio propri terreni, da rendere edificabili con cubature compensative, in altre località; che la Regione Lazio approvi le necessarie varianti al Prg trasformando il sito prescelto da agricolo a residenziale. In questo modo i residenti ‘traslocati’ avrebbero potuto ricostruirsi casa cedendo le cubature in eccedenza al costruttore. Ecco, se si voleva essere efficienti si sarebbe potuto proseguire su questa strada invece che mettere altra carne al fuoco”.
“Sul nuovo piano provinciale dei rifiuti – afferma Libralato – ancora non posso dire più di tanto, perché la delibera approvata ieri non ho ancora avuto modo di reperirla. Le notizie che si hanno sono quelle diffuse attraverso il comunicato stampa della Provincia. Tralasciando il discorso sull’impiantistica, da quel che leggo si dice che la realizzazione di nuove strutture non potrà essere effettuata presso discariche per le quali non è stata conclusa la bonifica. Se qualcuno intendeva scrivere ‘discarica di Borgo Montello’, sono qui ad affermare che la bonifica non è mai partita in via Monfalcone. Si gioca a fare confusione sulla messa in sicurezza, che è in atto, con la bonifica che non sta neanche all’orizzonte. Per avviare la bonifica è necessario che la Regione Lazio dichiari la gestione del post mortem. La Regione Lazio, nonostante le comunicazioni di Indeco ed Ecoambiente relative all’esaurimento degli invasi, non lo ha fatto. E nemmeno lo hanno sollecitato Comune e Provincia di Latina. Allora di cosa parliamo? Le polizze fideiussorie sono state escusse? Il piano provinciale, approvato ieri, stando alla nota stampa della Provincia prevede l’esclusione della realizzazione di impianti quali termoinceneritori e impianti di Tmb, già programmati a livello regionale. Qualcuno mi deve dire quando e in che termini sono state presentate le osservazioni alla delibera regionale 199 del 2016 che prevede la sopraelevazione degli invasi esistenti e nuovi Tmb. Una previsione che coincide con i progetti presentati da Indeco e Ecoambiente nel 2015 che sono tuttora in fase di esame da parte della Regione, uno dei quali ha portato la Systema Ambiente ad investire sulla discarica Ecoambiente”.
Le parole di Libralato esprimono l’amarezza degli abitanti di via Monfalcone ma come loro consulente si sente di rivolgere un nuovo appello alle istituzioni affinché si riprenda la strada già tracciata nel 2012 senza inseguire le solite chimere.