Il conto da “Made in Italo – Il Velletrano” sarà saldato sabato mattina. A garantire per uno dei ladri della cena di lunedì sera nel noto ristorante di Latina è il suo datore di lavoro. Proprio così.
Sarà lui a recarsi alla Marina e a pagare 350 euro ai Di Cocco. Trecentocinquanta euro in sottrazione alla paga spettante al suo dipendente che ha sbagliato. Lui il ladro, costretto a confessare in quanto smascherato attraverso una foto, si è già scusato, ma un po’ per vergogna e un po’ per momentanea indisponibilità di liquidi l’appuntamento, fissato nella giornata di ieri nel locale del lungomare, è stato rinviato.
La storia della cena a base di champagne a sbafo ha avuto molta eco sui social e, sebbene la pratica scorretta non rientri purtroppo nell’eccezionalità, ha attivato un’incredibile solidarietà tra i ristoratori.
E’ stato proprio tra le vittime delle mascalzonate che il ladro di turno è stato smascherato. Si tratta di un dipendente di un noto ristorante della provincia di Latina, anche quest’ultimo beffato più volte da clienti infedeli. Ed è nel segno della solidarietà verso i Di Cocco che si è fatto da garante.
Ma c’è dell’altro in questa storia, nata per festeggiare un compleanno al di sopra delle proprie possibilità (il festeggiato era l’amico del ladro reo-confesso). Ha scoperchiato un mondo la felice intuizione di Gianluca Di Cocco di diffondere in privato, nella rete delle sue conoscenze, la foto di uno dei due ladri scattata per caso all’interno del ristorante – era in corso un’altra festa, pagante però – e contemporaneamente di pubblicare su Facebook la stessa comprendo il visto in modo che l’interessato prendesse coscienza di essere in un vicolo cieco per indurlo a uscire allo scoperto.
“Mi sono arrivate da parte di altri ristoratori della zona decine e decine di segnalazioni, con tanto di foto, di ‘clienti’ scorretti per i quali stare attenti – ha spiegato Di Cocco -, persone con il vizio di dileguarsi prima di pagare il conto. Sono sconcertato. In molti casi si tratta di ‘coppie seriali’, in altri casi di insospettabili che danno ‘sole’”.
Ma l’esperimento in corso, figlio dei social, sta dando i suoi frutti: la rete sta raccogliendo la speranza nella denuncia e nella solidarietà per una società diversa.
Italo Di Cocco, padre di Gianluca, ha festeggiato a fine 2018 cinquant’anni di attività con un nuovo incarico nell’associazionismo di categoria, quello di presidente della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) interprovinciale. In quell’occasione spiegò che la Fipe, oltre a perseguire l’obiettivo di rilanciare la ristorazione attraverso la cucina italiana, avrebbe aiutato i titolari dei pubblici esercizi, spesso lasciati da soli nella gestione di una clientela “difficile”, facendo da scudo. La Fipe, spiegò il presidente, avrebbe raccolto le segnalazioni di furti, rapine, minacce, intimidazioni ai danni degli esercenti e, facendole proprie garantendo quindi l’anonimato del singolo, avrebbe effettuato comunicazioni alle forze dell’ordine.
Non sappiamo se questo progetto sia stato portato avanti da parte del presidente della Fipe interprovinciale, ma intanto quanto capitato all’interno del suo ristorante di punta è stato risolto per intervento autonomo di suo figlio Gianluca con una rete infinita di collaborazioni. Il web in questo caso si è dimostrato un gigante buono.