Latina, le contraddizioni del Partito democratico in una sola mossa

contraddizioni
Enrico Forte e Claudio Moscardelli

Tutte le contraddizioni del Pd in una sola mossa. Quella di Enrico Forte, consigliere regionale di Latina ma soprattutto capogruppo dem al Consiglio comunale del capoluogo pontino.

Il 6 giugno Forte firma, con Cozzolino e Moscardelli, rispettivamente segretario comune e provinciale del Pd, un comunicato stampa per ribadire: a) il Pd a Latina sta all’opposizione e lavora ad un progetto alternativo; b) percorsi individuali sono fuori dal Pd e incompatibili con il partito. Dove per percorsi individuali si intendeva “l’incontro” tra l’esponente dem Carla Amici e il sindaco di Latina Damiano Coletta finalizzato, secondo fonti giornalistiche, ad un sostegno all’amministrazione di Latina Bene Comune o con un assessorato o con un incarico per l’azienda speciale Abc.

Poi succede che Giulia Caprì si dimette dalla giunta di Coletta ed ecco che il discorso Amici riprende quota. E allora il Pd, sempre con la firma anche di Forte, insiste: il Pd è una delle forze di opposizione alla giunta Coletta, e se non firma la mozione di sfiducia al sindaco è solo perché Lega e Fratelli d’Italia, presunti promotori dell’iniziativa, sono forze incompatibili nell’assise comunale di Latina con cui condividere atti in comune. Un attacco frontale a Lega e FdI, accusati dal Pd per “legami con i clan”.

Ieri la novità di Forte. Parla di un Pd ormai ininfluente a livello provinciale (un attacco a Moscardelli) e abbassa i toni contro il centrodestra ricordando che il Pd ha condiviso in Consiglio comunale “battaglie comuni sul piano amministrativo nell’interesse esclusivo della città, pur nella consapevolezza di percorsi distinti”. Altro attacco a Moscardelli, autore di accordi con Forza Italia? “Se il sindaco è disposto a riconoscere che qualche cosa è andato storto, probabilmente la collaborazione del Pd in tutte le sue articolazioni potrà consentire a Latina di non essere commissariata e non vedere il ritorno di una destra unita e determinata”. Dunque, Forte dice che solo la collaborazione del Pd può salvare Coletta. Una mossa che allora potrebbe legittimare anche l’ingresso in giunta di Amici, o di altro esponente del Partito democratico, in nome dei principi di Piazza Grande? In che modo Forte vorrebbe collaborare?

Forte a sorpresa si ricorda che “molto dell’elettorato democratico aveva creduto ad un cambiamento civico”. Ma quale cambiamento civico c’è stato finora per tendere la mano ad “un’amministrazione in crisi di identità e di obiettivi”? E poi non c’era già stato un tentativo di mutuo soccorso a cui Lbc ha detto “no grazie”? E soprattutto perché Forte non ha parlato a titolo personale, visto che non risulta aver condiviso l’intervento né con la segretaria di Moscardelli né tanto meno con l’esponente del Pd che siede in Consiglio, Nicoletta Zuliani, e che certo non fa la comparsa in aula? Interrogativi che meritano una risposta e soprattutto un confronto all’interno del partito se a Latina il Pd vuole investire sulla trasparenza, visto che quella amministrativa di Coletta è rimasta ostaggio del “centro decisionale accentrato sulla Segretaria Generale che ha svolto e svolge un ruolo politico improprio e senza precedenti”, come comunicato dal Pd il 18 giugno scorso.