Latina, le dimissioni in Lbc sotto la lente di Zuliani: dissenso da palesare per il bene della città

Nicoletta Zuliani

C’è chi li chiama mal di pancia e chi normali avvicendamenti, ma quando qualcuno lascia c’è sempre un segnale da cogliere. Ne è convinta Nicoletta Zuliani, secondo la quale le dimissioni di Luisa Mobili dalla presidenza della commissione Welfare dimostrano, ancora una volta, che in Latina Bene Comune le cose non vanno.

In quasi tre anni di amministrazione hanno rassegnato le proprie dimissioni dalla giunta Antonio Costanzo, Giulio Capirci, Felice Costanti, Antonella Di Muro; si è dimesso dalla carica di consigliere comunale Eugenio Lendaro; si è dimesso dalla carica di presidente del Consiglio comunale Olivier Tassi poi diventato, in sostituzione del dimissionario Francesco Giri, presidente della commissione Trasporti, carica lasciata recentemente a seguito dell’uscita dal gruppo consiliare di Lbc andando nel gruppo misto insieme a Massimo Di Trento e Salvatore Antoci, fuggiti via anche loro da Lbc; si è dimesso Pietro Gava, segretario del movimento Latina Bene Comune, attualmente affidato a Giri, dopo le sue dimissioni dalla presidenza della commissione Trasporti. Le dimissioni di Mobili dalla presidenza della commissione Welfare sono un qualcosa di già visto. Mobili era subentrata alla consigliera Laura Perazzotti. Si adducono motivazioni personali, impegni lavorativi inconciliabili con il governo di una commissione consiliare.

Ma l’elenco per Zuliani è lungo, troppo. E’ un segnale che può essere colto oppure ignorato. “Evidentemente – afferma la consigliera del Partito democratico – fino ad oggi si è preferito ignorare e preferire credere, o far credere a motivazioni di tipo personale, di lavoro… Se i componenti critici di Lbc vogliono essere utili alla città, dovrebbero far pesare le loro idee, i loro indirizzi: questo significherebbe riorientare, rettificare, salvare quel po’ di salvabile che c’è. E i cittadini gliene sarebbero grati. Invece ancora non si vedono atti politici a sostegno di una visione diversa, quella che molti, moltissimi condividerebbero”.

La consigliera di opposizione si chiede come mai ancora la maggioranza che amministra, anzi che dovrebbe amministrare, la città sia ostaggio delle scelte della segretaria generale del Comune che decide pressoché su tutto. E riprende il discorso sulla trasparenza, o meglio sull’opacità.

“Perché vengono tenute nascoste questioni importanti come la nota dell’avvocatura sulla sentenza del Consiglio di Stato? – torna a bomba l’esponente dem – Perché ogni volta che si fa una richiesta di accesso ci si deve sentire di troppo, che stiamo dando fastidio? Ostinarsi a dire che non tutto può essere reso noto ai consiglieri è una bugia che sanno di dire, perché non c’è bisogno di ripetere per l’ennesima volta che la legge stabilisce che ‘il diritto del consigliere comunale ad ottenere dall’ente tutte le informazioni utili all’espletamento delle funzioni non incontra neppure alcuna limitazione derivante dalla loro eventuale natura riservata, in quanto il consigliere è vincolato al segreto d’ufficio’ (Consiglio di Stato, sez.V, 29 agosto 2011, n. 4829; 4 maggio 2004, n.2716). Cosa c’è da nascondere?”

Per Zuliani “il gruppo eterogeneo che Coletta ha messo insieme (non certo per governare, perché governare è diverso dal fare campagna elettorale) strillava che la trasparenza è un valore irrinunciabile”. “Ebbene, dimostratelo”, esorta la consigliera. “Quando la politica manca, ci si nasconde dietro alla burocrazia e si usano sotterfugi proprio come stanno facendo Coletta e i suoi. Quelli che gli sono rimasti”, commenta.

Sul tappeto della politica cittadina di Latina resta la lunga scia delle dimissioni “interne” a Lbc. A che servono – si chiede Zuliani – se poi in aula non si dissente e non si fanno proposte per orientare diversamente le scelte e il corso di un’amministrazione?