Latina, quella spiaggia che non basta e divide: arrivano i carabinieri. Sotto la lente… servizi inesistenti

Lui è Vincenzo Ameni, più noto alle cronache come nonno Vincenzo, lei è Rita Schievano, ex grillina, che mantiene il titolo di attivista del lungomare. A turno, ma anche simultaneamente, svolgono il ruolo – conquistato su campo – di sentinelle della Marina di Latina. E così in questo fine settimana i loro “reportage”, redatti in forma autonoma, e resi noti sui social, attraverso comunicati o dichiarazioni rilasciate alla stampa, fotografano la situazione a stagione balneare bella che avviata. Un disastro.

Le passerelle

Nonno Vincenzo si è concentrato sulle passerelle, la cui manutenzione è stata affidata ormai un mese fa alla ditta Poseidon Green. C’è un suo video che gira su Facebook che mostra lo stato di una passerella per l’accesso all’arenile, lato Rio Martino, con lo scivolo per disabili in pessime condizioni: tavole traballanti e viti sollevate. Eppure, l’amministrazione anche in occasione dell’ultima seduta di commissione a tema aveva detto che la riparazione degli accessi per i disabili era prioritaria. Vacci a capire qualcosa. Ad ogni buon conto, il ripristino funzionale di 31 passerelle è arrivato a quota 2: in prossimità dello stabilimento Amarylli e del chiosco istallato sul lato B del lungomare.

Vincenzo Armeni

Gli ampliamenti

Notorio il problema legato al fenomeno dell’erosione, per il quale non si è ancora intervenuti, quest’anno l’amministrazione comunale ha consentito ampliamenti degli spazi dati in concessione. Della serie: visto che si è ristretta la spiaggia e si è ridotta la possibilità di piazzare ombrelloni e sdraio, ai titolari degli stabilimenti è stata data l’autorizzazione ad “allungarsi” a destra o a sinistra. Tutti contenti, o quasi. “L’ampliamento concesso ai titolari degli stabilimenti, eccetto due, è stato pari a circa 10 metri. Penalizzati i lidi Amarylli e Totem”, afferma l’attivista Schievano ipotizzando che la ragione sarebbe la loro vicinanza a tratti di arenile liberi. “La normativa vigente – aggiunge – diche che il 50% degli arenili deve essere lasciato alla libera fruizione, ma non dice dove. Quindi non capisco per quale ragione a Totem e Amarylli non è stata data la stessa possibilità che è stata concessa per gli altri lidi”.

… e arrivano i carabinieri

Oggi, 2 giugno, nei pressi di Marechiaro sono dovuti intervenire i carabinieri. Alcuni bagnanti sono tornati sulla stessa spiaggia libera dello scorso anno e l’hanno trovata un po’ ridotta perché lo stabilimento accanto, in virtù dell’ampliamento, si è allargato di 10 metri. Apriti cielo! “Hanno chiamato i carabinieri – racconta Schievano – che, dopo aver verificato la documentazione, gli hanno dato torto. Ritengo che gli operatori balneari siano già stati fortemente penalizzati e che sia stato giusto dare loro la possibilità di recupere in larghezza. La Marina è lunga e chi vuole andare alla spiaggia libera lo può fare spostandosi un po’. Ma io dico, perché non vanno a protestare sotto il Comune che non ha fatto nulla di concreto per arginare il fenomeno erosivo invece che prendersela con gli operatori balneari che pagano profumatamente i canoni concessori fornendo servizi che invece da parte pubblica stentano ad arrivare?”

Rita Schievano

Spiagge libere senza bagnini e bagni chimici

“Ad oggi – continua – non è stato allestito il servizio di salvamento: una persona, utente di arenile libero, ha avuto un malore ed è stata soccorsa dai bagnini dello stabilimento Space Time. Dove stavano quelli del servizio comunale? Da nessuna parte, perché il servizio non è ancora partito. Dove stanno i bagni chimici che dovevano essere installati? Ancora da nessuna parte. Quindi se ti scappa, o vai allo stabilimento, o te la tieni, o non si sa”.

I tronchi alla base della duna

E’ un fiume in piena Schievano. Ieri, attraverso una nota stampa ha lamentato il fatto che tronchi e rami raccolti dai dipendenti dell’Abc nel corso delle operazioni di pulizia spiaggia sono stati collocati ai piedi della duna. “Il posizionamento di questi grandi tronchi – si legge nella nota stampa di Schievano -, non solo è un atto vietato dal comando forestale, ma rende ancora più degradato un lungomare che vive anche quest’anno la stagione balneare con innumerevoli disservizi”. Il timore di Schievano è che con la prossima mareggiata i tronchi finiscano addosso alle strutture degli stabilimenti, danneggiandole, oltre al fatto che possano costituire pericolo anche per i bambini che frequentano le spiagge.

Le aree di sosta

“Tutte le aree di sosta sono delle vere e proprie giungle non soltanto per l’erba alta e la sporcizia, ma anche per la presenza di ratti e serpenti – attacca Schievano -.Sicuramente il Lido di Latina non rappresenta un bel biglietto da visita per il turismo balneare, malgrado le continue parole spese da parte di questa amministrazione, che dopo due anni ancora non riesce ad ingranare con le dovute tempistiche i più banali interventi e oltretutto dimostra il non rispetto delle regole paesaggistiche”.