Latina, riassetto scolastico, lo Snals: “Tempi e modi inappropriati, vogliamo dire la nostra”

Sul piano di dimensionamento proposto dalla Provincia di Latina e sottoposto al vaglio della Regione, il segretario provinciale dello Snals, Canio Miele, sostiene le ragioni che hanno spinto i circa duemila studenti a scendere in piazza nei giorni scorsi per protestare contro una revisione degli istituti scolastici, che di fatto, tralascia aspetti importanti della realtà territoriale e non tiene conto delle ripercussioni sull’organizzazione delle scuole coinvolte dagli accorpamenti previsti. “I cambiamenti sostanziali previsti dal piano di riassetto scolastico – spiega Miele – nel caso del nuovo polo linguistico, non tengono minimamente conto delle conseguenze che scaturirebbero dall’accorpamento di classi di alunni provenienti da scuole totalmente diverse come il Manzoni e il Majorana, quello che si può auspicare, in questo momento, quindi, è che la Regione rinvii, il provvedimento al prossimo anno, per consentire di avviare il nuovo istituto con le iscrizioni alle prime classi, in questo modo, infatti, non sarebbe sconvolta l’organizzazione delle scuole coinvolte dall’accorpamento, consentendo anche agli alunni di proseguire con serenità il cammino intrapreso all’interno dei propri istituti”.

Il confronto negato Quello che il sindacato dei lavoratori della scuola contesta alla Provincia, è di non aver ascoltato le opinioni, in merito ad un necessario riassetto degli istituti scolastici pontini, delle forze sindacali. “Chiediamo alla presidente Della Penna – prosegue il segretario provinciale Miele – di ascoltare le nostre proposte per realizzare un piano di dimensionamento scolastico adeguato alle esigenze del territorio provinciale e soprattutto che guardi al futuro lavorativo degli studenti pontini. Lo Snals è stato sempre favorevole alla riduzione degli sprechi e all’ottimizzazione delle risorse, ma non riusciamo a comprendere alcuni passaggi del piano redatto dalla Provincia, come la mancata realizzazione di un nuovo istituto comprensivo ad Aprilia, dove è chiara ed evidente la necessità per l’alto numero di alunni, così come il mancato accorpamento delle sedi di Minturno e San Cosma e Damiano, dove è palese la stessa necessità di intervento. Per non parlare del liceo artistico di Latina, una scuola ballerina, utilizzata da tutti e poi abbandonata a se stessa, per la quale da anni ci battiamo affinché venga dotata di attrezzature e ambienti idonei a svolgere le attività di laboratorio previste dal piano dell’offerta formativa, che dovrebbe rappresentare una promessa da mantenere agli alunni che la frequentano, una strada percorribile in tal senso sarebbe stata concedere alla scuola l’utilizzo dei locali adiacenti all’istituto, che un tempo ospitavano il secondo circolo didattico, ma a quanto pare non c’è la volontà di farlo, e le nostre richieste continuano a cadere nel vuoto.

Tempi e modi inappropriati Rivedere il piano di riassetto delle scuole è un dovere verso le famiglie che investono per il futuro dei propri figli, secondo lo Snals, ma l’iniziativa della Provincia presenta tempi e modi inappropriati, che di fatto rischiano di produrre più danni che benefici sul territorio. “A dicembre nei plessi scolastici si parla di accoglienza e offerta formativa – spiega Miele – non è concepibile affrontare in corsa le novità proposte dal nuovo piano di riassetto, per questo auspichiamo che la Regione rinvii tutto al prossimo anno, fermo restando il nostro impegno a confrontarci per dire la nostra al riguardo. Siamo certi che un piano adeguato ed efficace non debba ignorare le peculiarità del territorio, il futuro lavorativo degli alunni, e l’esigenza che i giovani che oggi studiano a Latina, possano trovare un lavoro nel proprio territorio di origine. Per questo, quindi, riteniamo doveroso che il piano punti sui settori trainanti a livello locale, come l’alberghiero, il linguistico e tutto ciò che gravita intorno al settore turistico. A tal proposito, quindi, servono interventi mirati anche a favore dell’istituto agrario di Borgo Piave, che oggi accoglie 1600 alunni, costretti a fare i conti con una struttura carente e diverse problematiche che minano la sicurezza degli utenti”.IMG_1129