“Marina di Latina, fitodepurazione ko. Necessaria analisi di sostenibilità economica del progetto milionario”

Fitodepurazione in prossimità della Marina di Latina, una landa nel deserto dell’incuria. Ne parla il consigliere Matteo Coluzzi a margine della commissione ambiente che si è tenuta questa mattina, nel corso della quale i tecnici del Comune hanno relazionato sullo stato dell’arte dell’ambizioso progetto Life Rewetland che mirava a “migliorare sia la qualità delle acque che la qualità dell’ambiente, integrando obiettivi di disinquinamento, difesa del suolo, tutela della biodiversità e sostegno agli agricoltori”. Ma le relative opere ad oggi, sottolinea Coluzzi, versano in uno stato di degrado: i laghetti completamente privi di acqua, i percorsi totalmente inagibili a causa della vegetazione infestante sintomo di mancata manutenzione e delle vere e proprie discariche a cielo aperto disseminate sull’argine adiacente al canale.

“Il progetto di fitodepurazione nell’area posta tra Foce Verde e via Massaro (Colmata) – spiega Coluzzi che nell’estate appena trascorsa ha effettuato un sopralluogo in zona -avrebbe dovuto comprendere un impianto di depurazione naturale al fine di creare una vera e propria oasi ambientale a ridosso della Marina. Oltre a questo, l’ampliamento di tale intervento prevedeva il collegamento del percorso ciclo/pedonale interno ai laghetti con le piste ciclabili di via Massaro sul lato sud e lungo il Colmata/Mastropietro sul lato mare consentendo di poter essere raggiunto dalla Marina e da Borgo Sabotino in bicicletta attraverso percorsi protetti”.

Il consigliere Coluzzi ricorda i costi del progetto, complessivamente 3.706.632 euro. L’opera di fitodepurazione è stata co-finanziato dalla Commissione Europea per 1.450.566 euro, nell’ambito del programma Life+08. “L’Unione Europea – aggiunge -, ha addirittura invitato ufficialmente la Provincia di Latina alla cerimonia di consegna del primo premio assegnato dalla Commissione Europea ai progetti Life che abbiano mostrato capacità di distinguersi per la produzione di miglioramenti ambientali, sociali ed economici”.

L’esponente di opposizione si chiede, come già sottolineato nelle scorse settimane riguardo al Parco Vasco de Gama (in quel caso con finanziamenti del Progetto Plus), come sia possibile trovare situazioni di abbandono e di degrado ambientale in progetti così recenti e così onerosi.

“Nella seduta odierna – continua Coluzzi – ci è stato comunicato che le somme per rimettere in funzione tale opera (in seguito anche ad atti di vandalismo, sempre più frequenti nell’area costiera) sono già presenti nel Bilancio comunale, grazie al ristoro proveniente dalla Sogin. Nonostante questo sarebbe bene, a mio avviso, provvedere ad un ulteriore studio di fattibilità oltre che ad un’analisi relativa alla sostenibilità economica in maniera tale da poter ‘pesare’ quello che è il rapporto tra ‘investimento’ e ‘beneficio’”.