Morta dopo l’intervento al naso, indagini chiuse: chiesto 1 rinvio a giudizio

intervento al naso

Chiuse le indagini sulla morte di Mariachiara Mete, la 21enne di Lamezia Terme che era stata sottoposta ad un intervento di rinoplastica al naso nella clinica “La casa del sole”, a Formia.

Il sostituto procuratore del tribunale di Cassino, Alfredo Mattei, ha chiesto il rinvio a giudizio di un solo indagato, su 31: si tratta dell’anestetista intervenuto durante l’operazione del 17 giugno 2019.

L’ipotesi di reato è omicidio colposo “perché, nella qualità di anestesista – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio presentata al gip – per colpa consistita in negligenza e imperizia, in occasione dell’arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell’intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di 100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto”.

Non si sarebbe attenuto quindi, secondo il pubblico ministero “alle linee guida prescritte per la rianimazione e così determinava un ritardo nel ripristino della attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall’inizio delle manovre rianimatorie, nonché nella perfusione cerebrale, con conseguente aggravamento del danno neurologico post-anossico, e per l’effetto con le condotte colpose sopra descritte concorreva a cagionare il decesso di Mete Mariachiara”.

Per gli altri 30 indagati, operanti nelle diverse strutture coinvolte, non sono stati ravvisati ulteriori profili di responsabilità penale: “non possono essere mosse censure di sorta al chirurgo che ha praticato l’intervento né tanto meno a tutti gli operatori sanitari che hanno prestato la propria assistenza alla paziente durante i ricoveri nelle fasi successive all’episodio acuto”. Per loro la Procura ha richiesto l’archiviazione.

I familiari, assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in malasanità, in attesa dell’udienza preliminare, fissata per il prossimo 27 gennaio, hanno deciso di intraprendere direttamente anche una autonoma azione civile.

“Ringraziamo la Procura per il prezioso e minuzioso lavoro di accertamento svolto in questi lunghi e difficili mesi – hanno detto gli avvocati Bruno Marusso e Anselmo Vaccaro del gruppo Giesse – Con il supporto dei nostri periti, consulenti e legali  fiduciari, valuteremo ora se vi siano i margini per presentare un’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura per un altro dei sanitari coinvolti in questa assurda e inaccettabile tragedia, in quanto ravvisiamo possibili profili di colpa anche nei confronti di, almeno, un altro soggetto, oltre a quello già individuato dalla Procura”.

“Fin da quel tragico giorno siamo convinti che qualcosa non sia stato fatto correttamente, chiediamo soltanto di poter sapere la verità – hanno aggiunto i familiari della 21enne – Se qualcuno ha sbagliato, è doveroso che venga fatta giustizia, anche se Mariachiara, purtroppo, nessuno mai ce la riporterà”.