Omicidio di Desirée Mariottini, l’accusa chiede 4 ergastoli ed isolamento diurno

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Quattro ergastoli, isolamento diurno per 1 anno, sentenza pubblica, interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale.

Questa la richiesta del pubblico ministero per i 4 imputati nel processo per l’omicidio di Desirée Mariottini. I pm Maria Monteleone  e Stefano Pizza, hanno ripercorso i fatti, durante una requisitoria durata oltre 7 ore e spiegato tutti gli elementi di prova raccolti a carico del nigeriano Alinno Chima, del senegalese Mamadou Gara, detto Paco, del ghanese Yusef Salia, e dell’altro senegalese, Brian Minthe. Sono accusati, a vario titolo di omicidio aggravato dalla cessione di sostanze stupefacenti in cambio di rapporti sessuali, violenza sessuale e cessione di droga.

La ragazza di 16 anni di Cisterna, trovata morta nell’edificio abbandonato ormai tristemente famoso di via dei Lucani, a Roma, era vergine. Per appurarlo è stato effettuato un esame particolare che ha permesso anche di rendere chiaro come le cicatrici dei rapporti sessuali che aveva avuto sarebbero recentissime. Le ferite riportate dalla ragazza sono compatibili con uno stupro e sul suo corpo sono state trovate anche “lesioni da presa”, sull’avambraccio e un’unghiata all’interno di una coscia. La ragazza avrebbe quindi opposto resistenza, avrebbe provato a difendersi. Poi si è soffermata sul dna degli imputati trovato sulla ragazza e sui suoi indumenti intimi.

Sempre secondo l’accusa la giovane sarebbe stata lasciata morire. Nonostante si siano accorti che stesse molto male, gli imputati avrebbero impedito agli altri presenti di chiamare il 118. “Meglio lei morta che noi in galera”, questa la frase che molti sentirono pronunciare.

Domani nuova udienza di un processo che ormai sta per concludersi in cui parleranno gli avvocati di parte civile.