Parlano le “sardine” di Latina: Siamo tanti, contro Salvini e di sinistra

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In tre giorni il gruppo Facebook “6000 sardine a Latina” ha superato i 4mila iscritti. Avevano deciso di organizzare la manifestazione se i cittadini avessero risposto in 2mila e ora si cerca una data con un piccolo sondaggio.

“Eravamo un po’ scettici all’inizio – ha detto Anna Claudia Petrillo, amministratrice del gruppo e prima sardina a Latina, raggiunta questa mattina al telefono – invece anche il capoluogo pontino ha qualcosa da dire”.

Come è nata dopo Bologna la voglia di portare le “sardine” anche nella nostra città?

“Ero all’estero per un breve viaggio e con alcuni amici ne stavamo scrivendo su WhatsApp, ci chiedevamo come sarebbe stato portare la protesta a Latina, così abbiamo deciso di creare il gruppo”.

“Alcuni di loro poi non si sono voluti esporre, perché la cosa può portare ad una visibilità che potrebbe avere magari delle conseguenze, però – ha continuato Anna Claudia, 30 anni, che abita e lavora a Latina – non voglio che la cosa sia associata a me come persona: le sardine sono le protagoniste, la piazza lo è”.

In tanti si stanno chiedendo chi è che ha creato il gruppo e che sta organizzando la manifestazione.

“Ho 30 anni, ho un locale a Latina e sono un’attivista Lgbt. Sono una persona che si interessa di politica in senso ampio, mi sono affacciata a questo mondo attraverso l’attivismo, sposo i valori dell’antifascismo e non mi rivedo nelle politiche della Lega. Però continuo a dirlo, io ci ho messo la faccia, ma non sono solo io: in un’ora siamo diventati 600, in 2 ore 1000, in 3 giorni siamo 4 mila: un risultato straordinario. Ora siamo in contatto con le sardine di Bologna e stiamo seguendo le loro indicazioni, anche per trovare una data”.

C’è infatti un sondaggio in corso perché la protesta vuole essere la più partecipata possibile, chi si è iscritto al gruppo quindi sta scegliendo tra alcuni giorni che sono stati proposti. Si aspetta però anche la data per la manifestazione nella Capitale, perché non siano sovrapposte.  “Il 24 novembre – ha spiegato – non è il nostro evento, non sappiamo da chi sia organizzato e non crediamo che sia la data giusta, anche perché la scelta deve essere condivisa”.

Vi è stato contestato che siete nati per contrastare qualcuno che non è al governo. Che senso ha?

“E’ vero – ha spiegato la Anna Claudia – ma lo è stato fino ad agosto e ha messo in atto politiche discutibili, come decreto sicurezza, che sono ancora presenti. Inoltre vogliamo contrastare il crescente sentimento nella società civile che sposa le idee di Salvini, perché parlare alla pancia delle persone trova oggi sempre più consensi. Vogliamo coinvolgere tutti quelli che non la pensano come lui per dimostrare che non è solo lui che riempie le piazze. Le sardine rappresentano tante persone che non la pensano così. Il fatto che non sia al governo non conta, ci sono le elezioni in più regioni e noi scendiamo in piazza per risvegliare le coscienze”.

Il movimento nasce dal basso, ma molti iscritti al gruppo sono tesserati o hanno manifestato il loro voto per uno o l’altro partito. Si tratta di un movimento apartitico o no?

“Io non sono tesserata, alle europee ho sostenuto il Partito democratico perché mi sembrava l’unica cosa da fare. Vado a votare, la differenza è che il mio voto non è segreto, lo faccio con l’attivismo perché penso che sostenere un candidato piuttosto che un altro faccia la differenza e possa sensibilizzare anche sui social, possa anche far nascere il dibattito, al quale non mi sono mai tirata indietro”.

Siete o non siete di sinistra?

“Io mi sento di sinistra, è una cosa politicizzata, non può essere altrimenti. Già quando diciamo di essere contro Salvini, in qualche modo siamo dall’altra parte. Non voglio parlare per tutti, ma almeno possiamo dire che non siamo di destra”.

“Il messaggio più forte che portano avanti le sardine è quello di ribaltare anche il linguaggio di Salvini: si può pensare in modo diverso, anche tra noi, con tante sfumature. La cosa importante è discutere senza l’atteggiamento violento al quale ci hanno abituato e che magari involontariamente facciamo diventare il nostro metodo. In qualche modo vogliamo rieducare alla gentilezza”.

Ora organizzate la protesta, poi cosa farete? Quali sono i programmi per il post-manifestazione?

“Siamo molto concentrati su questo, senza porci troppe domande, non perché non ci sia un’idea: vorremmo veramente essere una goccia nell’oceano – non pretendiamo di cambiare il mondo scendendo in piazza – che possa portare a qualcosa di bello. Speriamo che questa energia, questa condivisione di intenti, resti attiva e insieme decideremo cosa fare”.