Il ponte sul Mascarello, snodo fondamentale per collegare Borgo Sabotino alla via Lungomare, è ancora inutilizzabile. Da anni chiuso, è diventato il simbolo di promesse mancate, rimpalli di responsabilità e burocrazia che bloccano lo sviluppo del territorio.
La gestione dell’intervento è in capo a Sogin, la società che si occupa del decommissioning della centrale nucleare. Un accordo per la ricostruzione era stato raggiunto, ma non è mai stato tradotto in fatti concreti. Nel frattempo i costi sono lievitati: da 2 milioni di euro si è passati a 10.

Durissima la posizione dell’assessore Di Cocco, che non usa mezzi termini:”Non ho mai condiviso la scelta dell’amministrazione precedente di costruire una nuova infrastruttura invece di recuperare quella esistente: una decisione che si è rivelata un grave errore. Intanto cittadini, imprese e lavoratori pagano le conseguenze”.
Il nodo è chiaro: senza il ponte la viabilità è paralizzata. Non ci sono percorsi alternativi per auto, merci, mezzi di soccorso, studenti e pendolari. “Diciamolo chiaramente: senza infrastrutture ogni progetto di rilancio della Marina resta pura teoria. Puoi approvare piani e organizzare eventi, ma se non c’è un ponte oggi e domani nessun imprenditore investirà qui”.
La richiesta è netta: agire subito. “Ho sollevato il problema in più occasioni, da cittadino, da consigliere e oggi da assessore. Ma adesso serve una decisione definitiva: o Sogin affronta questa emergenza con coraggio e responsabilità, oppure si rescinda l’accordo e intervenga direttamente il Governo centrale”.
Un avvertimento che si conclude con una riflessione amara:
“La verità è semplice: senza il ponte resteremo solo una località che si affaccia sul mare, una cartolina vuota a cui non serve né questo né un altro assessore al turismo”.









