Regionali, quando le donne osano in politica: a Latina la sfida della dottoressa Celentano (FdI)

Matilde Celentano

Matilde Celentano, consigliera comunale di Latina da poco più di un anno e mezzo e per la prima volta (ancora possiamo definirla una new entry della politica locale), dirigente medico alla Asl di Latina, è oggi in corsa per il consiglio regionale del Lazio. Alla candidata, in quota a Fratelli d’Italia nel collegio della provincia di Latina, abbiamo rivolto qualche domanda in vista del voto del prossimo 4 marzo.

Impegnata nel sociale attraverso il volontariato e l’associazionismo, affermata fisiatra della Asl, madre di famiglia poi ad un tratto la politica, oltre un anno e mezzo fa, in occasione delle elezioni amministrative di Latina, oggi capogruppo consiliare della Lista Calandrini all’opposizione. Quale è stato il “la” per mettersi in pista?

“Ho deciso di dare il mio contributo personale perché ritengo che sia ora che cittadini e professionisti debbano metterci la faccia perché la politica ha bisogno di competenze in grado di mettere in campo nuove forze e nuove idee a favore della collettività. E poi io amo Latina, la città in cui ho scelto di vivere, dove vive la mia famiglia e che vorrei vedere tornare ad essere la seconda città del Lazio con meno degrado, più servizi e più opportunità economiche per i nostri ragazzi”.

E’ entrata in Consiglio comunale con una lista a sostegno dell’allora candidato sindaco Nicola Calandrini, oggi candidato al Senato della Repubblica, ma da subito ha indossato la maglia di Fratelli d’Italia. Perché?

“Perché per me è un onore fare parte di Fratelli d’Italia, un partito con cui condivido i valori, un partito che mette al centro del suo programma la difesa della natalità, il reddito d’infanzia, la famiglia ma anche la sicurezza, la legalità e la tutela della nostra identità nazionale con il contrasto all’immigrazione, quella irregolare; nel programma di Fratelli d’Italia ci sono poi il contrasto alla povertà, la riforma del welfare, la riforma del sistema pensionistico, insomma, tutti temi sui quali credo sia fondamentale lavorare per risollevare le sorti del nostro Paese e, di conseguenza, delle nostre città”.

Cosa l’ha spinta a candidarsi al consiglio regionale del Lazio?

“La voglia di riuscire a fare di più di quello che già faccio all’interno del consiglio comunale di Latina. Quando mi hanno proposto di candidarmi mi sono fatta delle domande, mi sono chiesta se potevo essere proprio io la persona giusta. Poi ho deciso di accettare perché credo che una figura professionale come la mia, con un’esperienza maturata in anni all’interno della Asl di Latina, mi potesse essere utile per affrontare da vicino, visto che la competenza è proprio regionale, uno dei temi ai quali mi sento più vicina, cioè la sanità che, a Latina e nel resto della provincia, è al collasso”.

“Prima le persone”, è il suo slogan, il suo motto per questa competizione elettorale. Perché e cosa significa?

“Chi mi conosce lo sa bene, le persone sono sempre state al centro della mia vita e del mio lavoro. Anche in politica non faccio altro che seguire quello che già faccio da quando ho deciso di indossare il camice del medico: dedicarmi agli altri. Le persone, i cittadini, i disabili, i malati hanno bisogno di essere ascoltati, aiutati e soprattutto tutelati”.

E’ nota la sua anima animalista. In occasione di un recente problema emerso al canile comunale di Latina lei ha dichiarato: “L’evoluzione e il progresso di un popolo si possono giudicare da come tratta gli animali”. Lei ha animali domestici a casa? Cosa le danno? Quale sarà, se eletta, il suo impegno in Regione in questo ambito?

“Sì, ho 3 cani che mi danno tanto amore, come solo gli animali sanno fare. Se eletta mi occuperò innanzitutto dei canili della provincia per fare in modo che siano accoglienti e per dare loro più risorse. Poi bisogna incentivare l’adozione perché ci sono cani che trascorrono anni, anche tutta la vita, nei canili e questa è una tendenza che dobbiamo cercare di cambiare magari pensando ad incentivi per le famiglie che decidono di adottare. E poi penso all’istituzione di ambulanze veterinarie che dovranno occuparsi di girare per le campagne per la sterilizzazione dei cani. Questa potrebbe essere una soluzione anche al dilagante problema dell’abbandono e poi, come già prevede la legge, pene più severe per chi maltratta o abbandona gli animali”.

L’abbiamo vista al fianco di Giorgia Meloni nella sua visita all’ospedale Goretti. Ha dichiarato il giorno della presentazione della sua candidatura che gli esponenti di centrosinistra sono fieri di quanto ha fatto il governo Zingaretti portando la sanità fuori dal commissariamento ma che non c’è nulla di cui essere fieri. Ci spieghi meglio.

“Il fallimento della Giunta Zingaretti è lampante e sotto gli occhi di tutti, soprattutto di chi, malato, si trova costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale civile di Latina che è in assoluta emergenza! Portare il Lazio fuori dal commissariamento è stata sicuramente una buona cosa, ma se i risultati sono questi allora io non parlerei di una vittoria. Come detto più volte l’emblema del fallimento della politica regionale sulla sanità è il Santa Maria Goretti che solo sulla carta è Dea di II livello, per il resto è un nosocomio che non riesce a reggere il peso dell’utenza triplicata, negli ultimi anni, a causa della chiusura di punti di primo intervento e tagli di posti letto in tutti gli ospedali della provincia. Se pensate che il Goretti è il secondo ospedale del Lazio per accessi al pronto soccorso, dopo il San Camillo, capite come sia assurdo pensare che si possano dare risposte adeguate ai cittadini con i posti letto mancanti, attrezzature mediche inadeguate, lunghissimi tempi d’attesa per le visite specialistiche”.

Quale può essere secondo lei il punto più caratterizzante della proposta di governo di Stefano Parisi, candidato alla presidenza della Regione Lazio? Che Regione sarà se il voto dovesse premiare Parisi?

“Condivido appieno il programma elettorale di Parisi soprattutto per quanto riguarda la sanità e la riduzione delle liste d’attesa, l’unico punto da cui ripartire per evitare l’attuale migrazione sanitaria; oggi molti cittadini sono addirittura costretti a rinunciare alle cure sanitarie per l’attesa e per gli alti costi. E poi condivido l’idea di Parisi sul programma di stabilizzazione dei precari e per l’assunzione di medici ed infermieri. Nel programma di Parisi, inoltre, si parla anche di un altro tema importante, ovvero lo sviluppo delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani”.

Lei sta condividendo la campagna elettorale con il suo collega di partito e di consiglio comunale Andrea Marchiella, non rinunciando tuttavia ad un’autonomia di mini programma. Questa doppia preferenza per parità di genere le sta stretta o invece ritiene che sia importante nell’affermazione di parità di diritti per le donne?

“Non si tratta di sentirsi stretta, ma secondo me le donne dovrebbero essere votate non come preferenza di genere, ma come donne che valgono. Ben venga per quelle donne che magari hanno ancora qualche riserva nel mettersi in gioco, ma come dimostra la nostra candidata premier, Giorgia Meloni, le donne devono iniziare ad osare di più anche in politica”.

In Consiglio comunale ha dovuto faticare non poco per ottenere pieno consenso alle mozioni presentate a carattere sociale. Spesso l’abbiamo vista al centro di pesanti critiche rivoltele da una consigliera di maggioranza. Pensa che questo fatto rientri nella normale dialettica tra parti avverse o lo ritiene frutto di derisione gratuita motivata da un pizzico di invidia?

“No, assolutamente no! Fa parte del gioco delle parti. Io e la consigliera di maggioranza in questione fuori dal Consiglio comunale scherziamo e ridiamo, ci siamo simpatiche insomma, e anzi è anche capitato di scambiarci idee davanti ad un buon caffè”.

Pensa che un’eventuale affermazione del centrodestra a Latina possa suonare come un avviso di sfratto all’attuale maggioranza di Damiano Coletta?

“Sfratto no, ma credo che una vittoria del centrodestra dovrà fare riflettere un po’ tutti soprattutto chi ha votato per Coletta e oggi non si rispecchia assolutamente in quella che è l’idea di città e di politica dell’attuale maggioranza”.

Cosa promette agli elettori della provincia di Latina in caso di successo elettorale?

“Prometto semplicemente di impegnarmi al massimo per intercettare e sfruttare tutte le opportunità che possono arrivare dalla Regione soprattutto in ambito sanitario perché quello che vorrei riportare sul nostro territorio è l’eccellenza, quella che attualmente già esiste per alcuni reparti, ma che purtroppo viene sempre messa in ombra dai numerosissimi problemi che abbiamo come ho già spiegato prima”.

Perché votare Matilde Celentano?

“Perché nelle cose che faccio ci metto la faccia, ci metto tutta me stessa e perché non andrei sicuramente in Regione solo per occupare una poltrona. Non è nelle mie corde; e poi perché credo che un medico – politico sia la giusta figura per andare in regione dove l’80% del budget riguarda proprio il settore sanitario. Mi occupo del socio-sanitario da anni e quindi per me non sarebbe un partire da zero. Sono sicura che la mia esperienza potrebbe essere utile. E poi la mia voglia di fare è dimostrata anche da quello che, in questi due anni, ho dimostrato in Consiglio comunale dove risulto essere uno dei consiglieri più presenti e più prolifici in fatto di interrogazioni e mozioni presentate…è per questo che mi chiamano secchiona”.