Rifiuti, impiantistica inadeguata al recupero. L’intervento politico di Abc

Demetrio De Stefano, presidente del consiglio di amministrazione, e Silvio Ascoli, direttore generale dell'azienda speciale Abc

La Regione abbia il coraggio di indicare chiaramente quali impianti realizzare per il recupero dei rifiuti piuttosto che limitarsi a fissare ambiziosi obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere“.

Scongiurata l’emergenza carta e cartone nel capoluogo pontino con la soluzione momentanea di Monte Compatri, la Befana da Latina consegna al presidente Nicola Zingaretti una bella bacchettata. Da chi? Dal Comune di Latina, o meglio dal suo ente strumentale, l’azienda speciale Abc, che si occupa esclusivamente di igiene urbana, dove la raccolta differenziata è in fondo a tutte le classifiche con il 30% circa.

Intervento politico questa mattina da parte di Abc. Con una nota stampa l’azienda speciale spiega la crisi dell’impiantistica affermando “giustamente” che la raccolta differenziata è uno strumento, non il fine perché il recupero, il riciclo viene in una fase successiva. Della serie: non basta differenziare, servono impianti in cui portare il materiale, carta, vetro, plastica, umido eccetera.

Il comunicato di Abc non porta firme né dichiarazioni del direttore, dei membri del consiglio di amministrazione o di altri riconducibili alla governance. Parla Abc.

Obiettivo numero uno: smacchiarsi di ogni colpa, anche del recente stop del servizio di raccolta di carta e cartone. “I recenti problemi sulla raccolta della frazione cellulosica sul territorio del Comune di Latina, come noto determinati dalla chiusura di un impianto di recupero e dunque – si legge – non addebitabili in alcun modo all’Azienda Abc, hanno messo ancora una volta in evidenza tutta la fragilità del sistema impiantistico regionale e nazionale a supporto delle raccolte differenziate”.

Obiettivo numero due: svelare l’arcano. “Non è solo la carenza di impianti di primo livello – si legge nella nota di Abc -, quelli in cui i materiali vengono stoccati, ridotti di volume, privati delle impurezze ma anche, e soprattutto, degli impianti di trattamento e recupero, quelli in cui i materiali vengono avviati a riciclo e riutilizzo: le cartiere, le vetrerie, gli impianti di compostaggio, gli impianti di recupero energetico, ecc. La carenza dei secondi manda in crisi i primi e tutti e due mandano in difficoltà la filiera della raccolta differenziata e dell’avvio a recupero e, in ultima istanza, i Comuni e le loro Aziende”.

Obiettivo numero tre: proporre soluzioni: “Innanzitutto, ridurre la produzione di rifiuti alla fonte. Questo dipende in gran parte da noi e dai nostri stili di vita e di consumo… Sarebbe auspicabile un intervento deciso dei consorzi di filiera aderenti al Conai per incentivare il così detto ‘vuoto a rendere’, la grande distribuzione dovrebbe spingere con forza sui prodotti sfusi riducendo il più possibile i contenitori monouso, ecc… In secondo luogo, occorre migliorare la qualità dei materiali raccolti per favorire il loro ritiro, per ridurre i costi di trattamento, per incentivarne il riutilizzo riducendo gli scarti… Infine, occorre garantire la chiusura del ciclo dei rifiuti con un sistema impiantistico adeguato e in grado, non solo di stoccare e nobilitare i materiali raccolti, ma di avviarli effettivamente a recupero e riciclo”.

Parole sante, che la penna di Abc lega alla scelte virtuose del Comune di Latina “che sta investendo tantissimo in modelli di raccolta differenziata spinta” e che però “non trova, al momento, una rete impiantistica regionale e nazionale adeguata ed in grado di assorbire gli enormi quantitativi di materiali che si andranno a intercettare”. Peccato che Abc omette di dire che l’investimento non è ancora partito (prossimo appuntamento con la Cassa depositi e prestiti è per il prossimo 13 gennaio); è in ritardo di un anno l’accensione del necessario mutuo con il conseguente scarso risultato della raccolta differenziata.

Per quanto riguarda la riduzione degli scarti, l’azienda sociale afferma che “Abc e il Comune di Latina, sposando il metodo di raccolta differenziata proposto dalla società trevigiana Contarina, hanno correttamente intrapreso questa strada: contenitori di piccole dimensioni assegnati ad ogni singola utenza, garantiranno riduzione della produzione dei rifiuti e innalzamento della qualità”. Ecco, giusto utilizzare il verbo al futuro, perché il piano Contarina, approvato in ritardo, deve ancora partire e di contenitori ancora non se ne è visto mezzo. Figurarsi la tracciabilità degli scarti.

Ma ecco che la “maglia nera” della raccolta differenziata, non imputabile alla governance dell’Abc ma a un’idea di azienda speciale mal organizzata si dalla sua origine, trova lo spunto per imputare agli enti sovracomunali il fallimento della chiusura del ciclo dei rifiuti.

“Qui il ruolo degli Enti sovracomunali è fondamentale – si legge nella nota di Abc -. Le norme nazionali e le pianificazioni regionali devono avere il coraggio di indicare chiaramente quali impianti realizzare per rispondere alla crescente domanda di trattamento e non più limitarsi a fissare ambiziosi obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere. I gestori pubblici possono fare la loro parte, soprattutto nell’apertura di nuovi impianti di primo livello, e Abc non si sottrarrà a fornire il suo contributo utilizzando il compendio impiantistico all’interno del quale opera prevedendo opere e impianti a servizio della raccolta differenziata. Ma il sistema impiantistico a supporto della filiera del riciclo è fatto anche di impianti di trattamento dei rifiuti quali i termovalorizzatori con recupero energetico, di impianti di compostaggio della frazione organica, di cartiere che utilizzino la carta da macero, di vetrerie che utilizzino il vetro da recupero, di impianti che utilizzino i metalli provenienti dalle raccolte differenziate e così via”.

“Qui occorre un’azione forte da parte del decisore pubblico – prosegue Abc -, che dovrà assumersi l’onere di indicare chiaramente quali impianti necessitano e dove è più corretto realizzarli. Ciò al fine di garantire l’avvio effettivo di un’economia circolare e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti attraverso decisioni che potranno anche apparire impopolari ma che, alla lunga, garantiranno il consenso dovuto a chi amministra correttamente la cosa pubblica”.

Insomma, una lectio magistralis alla Regione Lazio in primis, da parte dell’ultima in classifica. Un intervento politico dell’ente strumentale del Comune di Latina nell’assordante silenzio dell’assessorato all’Ambiente.