Scuole Sabaudia, alunni e operatori esposti al pericolo. Giusta la chiusura

Il pesticida trovato nelle scuole di Sabaudia dopo la disinfezione del settembre 2019 avrebbe messo in pericolo i piccoli alunni, insegnanti e operatori. Dalle prime indiscrezioni questo sarebbe emerso dalla perizia dei consulenti nominati dal giudice del tribunale di Latina nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo i problemi avvenuti in alcuni istituti.

I consulenti Giuseppe Alessio Messano, medico specialista in igiene e medico del lavoro, e il chimico Pasquale Avino hanno depositato formalmente la perizia questa mattina, 21 gennaio, durante l’incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Molfese. Presenti anche il difensore dell’unico indagato, il responsabile della ditta “La Rapida 2004”, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, e il legale che assiste il Comune di Sabaudia, Gianni Lauretti. Depositata sempre nella giornata di oggi la perizia richiesta dal pubblico ministero Carlo Lasperanza ed elaborata dal dottor Chiarucci. Presto sarà consegnata anche la perizia richiesta dalla difesa.

Sempre secondo la consulenza del Tribunale non ci sarebbero state conseguenze sulla salute dei bambini, ma soltanto grazie alla decisione tempestiva del sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi, di chiudere le scuole. In caso contrario, visto che molecole del Clorpirifos-metile sono state trovate anche sui banchi, gli alunni avrebbero presentato dermatiti da contatto, sonnolenza o vertigini e in caso di una esposizione prolungata anche danni più gravi.

I due consulenti non hanno svolto analisi sui bambini, ma nessuno di loro si è sentito male, né sono stati presentati certificati di pronto soccorso.

Altra conseguenza della presenza del pesticida è stata quella della chiusura delle scuole e quindi dell’interruzione di un pubblico servizio. Per oltre 4 mesi i bambini si sono dovuti accontentare di strutture adattate ad accoglierli, in qualche caso al freddo, senza materiale scolastico a supporto delle lezioni.

I loro genitori hanno dovuto organizzarsi prima per tenere a casa i bambini e poi per portarli anche in altri comuni per non far loro perdere le lezioni. Nulla, certo, davanti a possibili conseguenze sulla salute dei piccoli, ma disagi e problemi a non finire. Possono ringraziare l’odore nauseabondo del prodotto che ha allertato chi è entrato nelle strutture e si è reso conto del pericolo e la decisione velocissima del primo cittadino. La giustizia ora farà il suo corso, resta l’amarezza per un caso più unico che raro avvenuto, e questa è la cosa più grave, nelle scuole dove i bambini dovrebbero essere completamente al sicuro.