Sonnino, insulti e spintoni dopo 35 anni di matrimonio: 63enne dal gip

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Trentacinque anni di matrimonio. Poi lui, 63 anni, comincia a bere. Spesso torna a casa ubriaco e si accanisce contro la moglie, anche davanti ai figli e a un infermiere del pronto soccorso.

La insulta, la chiama “pxxxa”, le dice che va con i “marocchini”, poi tira calci alle sedie, rompe un cassetto, le getta contro una sigaretta accesa. Questo secondo il racconto della vittima, una donna di Sonnino, che dopo l’ennesimo litigio aveva deciso di denunciarlo. Il pubblico ministero Simona Gentile chiede una misura cautelare, ma il giudice per le indagini preliminari la rifiuta: gli episodi descritti sarebbero generici.

Allora il pm fa Appello e il Tribunale accoglie la misura cautelare in carcere per il 63enne. Oggi è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Mario La Rosa per l’interrogatorio. “E’ vero ci sono spesso litigi tra di noi – ha ammesso, assistito dall’avvocato Enzo Biasillo – ma gli insulti sono reciproci“. Sulla misura il gip si è riservato.