“Storia di Leo”, la favola per sconfiggere la paura del Covid

Se qualcuno poco più di un anno fa ci avesse detto che la nostra vita, le nostre abitudini, le nostre certezze sarebbero state spazzate via, probabilmente non ci avremmo creduto. Il Coronavirus, ad oggi, è una realtà con cui dobbiamo convivere. Se è difficile per gli adulti, come staranno reagendo i bambini, costretti a non poter più abbracciare i nonni, a non correre più con gli amici, senza scuola? È un mondo difficile, ma forse rifugiarsi in una favola può essere il giusto compromesso per imparare qualcosa e passare qualche ora di svago. Su questa linea nasce “Storia di Leo. Il bambino che sconfisse la paura del Covid con la Fantasia”, favola illustrata di Mauro Grimaldi e Spartaco Ripa, pubblicata dalla casa editrice di Latina LabDFG.

“Storia di Leo” racconta la vicenda del Covid attraverso gli occhi di un bambino. Come è nata l’idea? L’ispirazione l’ho presa dagli occhi disorientati dei bambini: ho cercato di immedesimarmi in loro, di interpretare i loro interrogativi di fronte a dei cambiamenti per molti versi incomprensibili anche a noi adulti. Chi è il signor COVID? Possibile che nessuno sappia che faccia abbia? Come fa ad essere presente, contemporaneamente in tutto il mondo? E come entra nelle case della gente anche se la porta è chiusa? Queste sono le domande che si pone Leo. In realtà i bambini assorbono come spugne e senza alcun filtro le notizie e cercano di dare a tutto questo una spiegazione logica in base ai parametri del quotidiano che conoscono. Leo, in questo caso, è un bambino fortunato perché si lega alla Luna e alla fantasia, grazie alla quale, anche se non può sconfiggere il COVID, può vincere la paura e neutralizzarlo, cacciandolo dai propri incubi e affrontando la vita di tutti giorni normalmente, perché tutto questo è una favola e come tutte le favole finisce (o finirà) bene.

Qual è il messaggio che Leo vuole passare ai coetanei che lo leggeranno? Che le paure vanno affrontate e superate. Che la vita continua e che queste esperienze così negative possono trasformarsi in un grande valore aggiunto di crescita. Che le soluzioni, nella vita, esistono e che la fantasia è un’arma formidabile che va curata, sviluppata attraverso letture, giochi, dialogo. La luna, ad esempio, è stato sempre un anello di congiunzione con la fantasia. Il suo schema di approccio con i bambini è più semplice, quasi elementare, lontano dalle mille declinazioni dei supereroi, dei giochi virtuali che tendono a soffocare la fantasia e a dare un’immagine alterata del mondo.

I più piccoli sono probabilmente quelli che stanno subendo i danni maggiori a livello psicologico della situazione. Secondo lei si è fatto abbastanza per loro o sono stati in un certo senso dimenticati? Sicuramente è la parte più sensibile della catena, più influenzabile. Capisco che è un tema difficile da affrontare ma, soprattutto per i più piccoli, giocano un ruolo importante la scuola e la famiglia. Il messaggio che deve arrivare loro deve stimolarli a guardare avanti, ad affrontare i problemi. Sono certo che alla fine di tutto, l’isolamento, le sofferenze psicologiche contribuiranno a formare questi ragazzi. Consentiranno loro di sviluppare una coscienza responsabile e di guardare il mondo dal verso giusto.

Lei affianca la scrittura per ragazzi a quella per adulti. Trova difficile passare da un genere all’altro, da un linguaggio all’altro? La scrittura è anche ricerca, così come le forme di linguaggio. Sicuramente parlare ad un bambino non è come farlo ad un adulto e soprattutto con i bambini aumentano le difficoltà, perché devi essere in grado di penetrare nel loro mondo, metterti al loro livello. Con gli adulti, invece, è più facile. Puoi utilizzare un linguaggio diretto. Questa capacità di confrontarsi con diversi metodi di linguaggio è stimolante per uno scrittore. Significa mettersi in discussione, avventurarsi in nuovi scenari. Nelle mie favole, però, non ci sono streghe, draghi e principesse, ma tocco temi da adulti trasferiti nel mondo dei bambini: è importante coinvolgerli, far prendere loro coscienza.