Bio-metano a Latina Scalo, i medici per l’ambiente: impianto dannoso, l’alternativa c’è

Pasquale Milo

Pasquale Milo, presidente dell’Associazione medici per l’Ambiente – sezione Isde Latina, torna a bomba sui rischi per la salute derivanti dal processo di digestione anaerobica dei rifiuti organici. Il processo è alla base dell’impianto che la Recall intende realizzare a Latina Scalo per la produzione di bio-metano. Il progetto ha ricevuto l’ok della conferenza dei servizi ed è in attesa di Autorizzazione unica ambientale. La scorsa settimana è stato oggetto di discussione del Consiglio comunale di Latina che, a maggioranza, ha dato il proprio assenso alla realizzazione dell’impianto a Latina Scalo con due motivazioni: la regolarità, secondo Latina Bene Comune, dell’iter finora seguito e la condivisione della tipologia dell’impianto progettato ai fini della trasformazione dei rifiuti in risorsa per il raggiungimento dell’economia circolare.

Il dottor Milo anche in passato ha espresso la sua contrarietà a questo tipo di impiantistica che a suo dire non rispetterebbe la priorità nella gestione dei rifiuti come stabilita dalle direttive europee. Milo dice: sì al compostaggio aerobico e no alla digestione anaerobica, finalizzata al recupero di energia, perché “presenta notevoli rischi ambientali e sanitari legati alla presenza di batteri patogeni, alte concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici con successiva contaminazione del suolo, della catena alimentare ed emissione di inquinanti in atmosfera, tra cui particolato, diossine e altre”. Per il presidente l’alternativa c’è e consiste nella reale politica del riuso e del riciclo dei rifiuti che per la componente organica significa compost. L’energia pulita, Milo la rimanda alle “fonti veramente rinnovabili”, come l’energia solare, eolica, che sfrutta il moto marino. Il dottore mette anche in guardia sull’insostenibilità di impianti come quello prospettato da realizzare in via delle Industrie a Latina Scalo. Il presidente Isde sostiene che senza i generosi incentivi statali nessun imprenditore investirebbe in questo settore, tant’è che non appena si stringe la cinta abbandonano.

 Di seguito pubblichiamo la nota dell’Isde di Latina, a firma del dottor Pasquale Milo, inviataci questa mattina con preghiera di diffusione.

 I Medici hanno l’obbligo di salvaguardare l’ambiente per tutelare la salute dei cittadini (Art.5 del Codice di Deontologia Medica) per cui sono contrari alla realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti (scarti umidi, urbani e agricoli) mediante digestione anaerobica, perché è poco sostenibile e potenzialmente dannosa oltre che molto costosa.

Senza i generosi incentivi statali legati alla produzione di energia, nessun imprenditore realizzerebbe questi impianti, tanto che, quando gli incentivi vengono a mancare gli impianti chiudono, come è accaduto recentemente per la centrale a biogas di Matelica (Marche).

 In Italia la FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani) è il 35% della produzione complessiva dei rifiuti urbani e deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla U.E.(Direttiva 2008/98/CE, recepita dal D.LGS 205/210, art.179), che stabilisce le priorità con cui gestire i rifiuti, privilegiando la Prevenzione (Autocompostaggio), il Riutilizzo, il Riciclaggio e il Recupero di materia, che è identificabile unicamente con il Compostaggio Aerobico tradizionale o Compost di qualità, mentre la Digestione Anaerobica(D.A.), che è finalizzata al recupero di energia, è da considerare scelta di secondo livello, rispetto al compostaggio aerobico, in quanto la combustione del biogas, prodotto dalla D.A. presenta notevoli rischi ambientali e  sanitari legati alla presenza di batteri patogeni, alte concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici con successiva contaminazione del suolo, della catena alimentare ed emissione di inquinanti in atmosfera, tra cui particolato, diossine e altre.

Per cui tale pratica costituisce un rischio per la salute, soprattutto nei territori limitrofi e per le famiglie che abitano nella zona attorno a questi impianti.

Sono possibili alternative notevolmente più economiche e sostenibili, come la promozione di varie forme di autocompostaggio (domestico e di comunità) in base al reale fabbisogno.

Questa è la priorità nella gestione dei rifiuti, in base alla normativa europea e nazionale, secondo cui le Pubbliche Amministrazioni perseguono iniziative dirette a favorire la Prevenzione e la Riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti:

Riduzione con la raccolta differenziata “porta a porta”                                                  

Reale politica del Riuso e del Riciclo dei rifiuti.

Smaltimento

 Applicando queste priorità non c’è alcun bisogno della realizzazione di un impianto di biodigestione.

 In definitiva per la produzione di energia pulita basta incrementare le fonti veramente rinnovabili (solare, eolico, moto marino ecc.). Le alternative al trattamento dell’umido, stallatico ed organico, sono i biotunnel (per le esigenze delle grandi città o dei grandi allevamenti) oppure le compostiere di quartiere (due compostiere aerobiche Neter ogni 15.000 abitanti circa) e le semplici compostiere da giardino ad uso domestico, e puntare al drastico ridimensionamento della quantità di energia prodotta mediante inquinanti processi di combustione.

La politica degli incentivi orientati alla Digestione Anaerobica(D.A.) e non al Compostaggio Aerobico tradizionale determina una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU, favorendo impropriamente il recupero di energia a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi agli impianti.

Il Compost di qualità, ammendante organico o fertilizzante, che migliora le caratteristiche fisiche del terreno, unicamente prodotto dal compostaggio aerobico, è capace di migliorare le proprietà e le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche del terreno con vantaggi dal punto di vista ambientale ed agronomico.

Il Digestato prodotto dalla Digestione Anaerobica è invece classificabile come rifiuto speciale ed è utilizzato come ammendante solo dopo essere stato sottoposto, a sua volta, a compostaggio aerobico, con opportuni controlli microbiologici.

Per cui non si comprende per quale motivo si debbano aumentare i rischi ambientali e sanitari e i costi necessari per la realizzazione della fase preliminare(D.A.) quando potrebbe essere più utile, più sostenibile e molto più economico, il solo utilizzo del compostaggio aerobico, con impianti di piccole-medie dimensioni che integrino quelli esistenti, con il vantaggio supplementare di spezzare monopoli, generare concorrenza di mercato e ridurre i costi di conferimento.

Al fine di ridurre i rischi ambientali e sanitari sia dell’ammendante prodotto che del biogas, le frazioni organiche da avviare a trattamento dovrebbero provenire da raccolte differenziate di qualità di tipo domiciliare (raccolta porta a porta).

La frazione organica dei rifiuti deve essere gestita in maniera attenta e rispettosa delle priorità imposte dalla legge, tutelando gli interessi dei cittadini e orientando programmazioni territoriali e risorse economiche verso le soluzioni più sostenibili e caratterizzate da minori costi e da minori rischi ambientali, sanitari e di speculazione economica.

                              

Dott. Pasquale MILO
Presidente ISDE Latina