Ristoro nucleare: 100 milioni di euro ai comuni della class action, ma Latina non partecipò

Una veduta della centrale nucleare di Borgo Sabotino

I Comuni dell’Ancin (Associazione nazionale comuni italiani nuclearizzati), rappresentati dall’avvocato Xavier Santiapichi, hanno visto le loro ragioni prevalere anche in sede di Appello rispetto alla richiesta avanzata nei confronti del Governo Italiano per i 100 milioni di euro che quest’ultimo aveva decurtato dalle somme per il ristoro nucleare.

Al comune di Minturno è stato accordato oltre un milione di euro.
Latina invece non ha partecipato alla class action come ricorda anche l’ex sindaco Vincenzo Zacche: “Purtroppo come già sottolineato in due diverse occasioni il Comune di Latina non ha  ancora i avviato alcuna azione relativa al recupero delle somme previste a titolo di compensazione degli oneri economici per i comuni siti di impianti nucleari.
Tutto ciò è fonte di un grave rammarico perché si tratta di un danno di diversi milioni di euro di mancati introiti per il Comune di Latina: un danno, come più volte ho avuto modo di sottolineare, causato dalla sciagurata condotta del commissario Guido Nardone che non volle firmare il ricorso predisposto dall’Associazione Nazionale dei Comuni Nuclearizzati  (Associazione che, è bene ricordarlo, prese vita proprio qui nella nostra città dove si riunirono i sindaci coinvolti che scelsero proprio Latina come sede nazionale a titolo di riconoscimento per il grande lavoro svolto). Ma un danno aggravato anche da chi in questi anni successivi non si è attivato per insinuarsi nella procedura avvalendosi del patrocinio dell’Ancin. Un’occasione purtroppo persa dalla nostra città.
Eppure negli anni scorsi ricordando a questa amministrazione tutto l’iter seguito per dar vita all’Ancin – che fu una mia intuizione e che nacque proprio a Latina – e tutto l’impegno profuso per ottenere il ristoro da parte del Governo, ho avuto più volte occasione di sollecitare il sindaco Coletta e la sua Giunta a proporre anche un’eventuale opposizione tardiva per insinuarsi nella procedura dell’Ancin. Una proposta che feci per aiutare la mia città a recuperare quanto dovuto, ma che purtroppo non è mai stata presa in considerazione nonostante i miei accorati appelli.
Il Comune invece ha sempre preferito attendere e oggi, oltre a restare isolati in questa battaglia tanto delicata e complessa, dove oltre agli aspetti normativi e giuridici pesano certamente anche gli aspetti politici, non possiamo nasconderci che oramai sono andate irrimediabilmente perdute diverse annualità di quel ristoro che verranno spartite tra i comuni attori del ricorso, lasciando Latina a bocca asciutta. Con un danno economico di diversi milioni di euro che mai come in questo momento avrebbero fatto comodo alle casse comunali per affrontare l’emergenza Covid e aiutare i nostri concittadini più in difficoltà.
Un grave errore di giudizio da parte di chi oggi amministra la nostra amata città. Un errore tanto più grave perché come detto proprio a Latina ha preso vita l’Ancin e proprio la nostra città è stata scelta quale sua sede nazionale.
A quanto mi risulta, poi, oltre a non procedere finora ex novo ad alcuna azione tesa al recupero delle somme decurtate del ristoro nucleare, non si è nemmeno avviata una  una fase di rinegoziazione con il Governo sui relativi relativi parametri del ristoro”.
Anche il consigliere Matteo Coluzzi aveva presentato una richiesta di accesso agli atti, ma non furono resi noti.