Sezze, il decreto ingiuntivo della Banca è ingiusto; il cliente dovrà essere risarcito di 49 mila euro

La Banca gli aveva chiesto, ottenendo anche un decreto ingiuntivo, 31 mila euro, ma difeso dallo studio legale Campoli (Giuseppe Campoli e Alessandra Restani, un uomo di Sezze, correntista della locale filiale del famoso istituto creditizio, non solo è riuscito a vedersi annullato il suo passivo ma addirittura si è visto riconoscere un attivo a suo favore di 49 mila euro. Il conto che ha generato il contenzioso, è stato arrivo dal 15 mazzio 1992 al 31 maggio 2010. L’uomo, assistito dai due legali setini, ha deciso di opporsi al decreto ingiuntivo numero 2018/2011 emesso dal Tribunale di Latina il 29 dicembre 2011 relativo al pagamento del saldo passivo del conto a lui intestato. La tesi difensiva ha eccepito l’assenza di prove scritte del credito e l’applicazione di anatocismo bancario (in pratica interessi passivi non dovuti) nel corso di tutto il rapporto oltre a disconoscere la conformità delle copie dei documenti prodotti dalla Banca rispetto agli originali. A tale opposizione, il Giudice ha affidato l’analisi del caso ad un CTU contabile individuato nella persona del dottor Andrea Busetto. Il CTU ha presentato un primo elaborato il 20 novembre 2013 cui sono seguite delle integrazioni il 12 febbraio 2015. Praticamente la banca, calcolando trimestralmente gli interessi passivi sul conto, ogni volta che c’erano, con una percentuale di circa il 22%, mentre riconosceva al correntista gli interessi attivi solo una volta all’anno con una percentuale del 2%, aveva così maturato un credito nei confronti del cliente da 31 mila 444,11 euro. Il CTU, nel suo ricalcolo, ha invece determinato che al cliente, non solo non era da ascrivere nessun debito, ma gli era dovuta una cifra di 49 mila, 285,98 euro. Il risultato nasce dall’azzeramento del saldo negativo del rapporto fino alla data di produzione del primo estratto conto relativi al primo e secondo trimestre 1993 (mentre non esistono documenti per quanto riguarda i primi sei mesi di rapporto nel 1992). Sostituendola capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori con la capitalizzazione annuale e ricalcolando il tutto sui nuovi saldi generati. La sentenza emessa dal Tribunale di Latina ha per ora revocato il decreto ingiuntivo condannando la Banca a pagare le spese processuali; la stessa sentenza costituirà però la base per il cliente, attraverso i suoi difensori, per richiedere il saldo dei 49 mila euro riconosciutigli dal CTU.