Terracina, anziani: non ci faremo seppellire nel sotterraneo prima del tempo

“Non ci faremo seppellire prima del tempo”. Per gli iscritti al centro anziani di via Leopardi, a Terracina, la nuova collocazione è peggiore di quella attuale. A spiegare la questione è l’ex consigliere comunale Vittorio Marzullo, socio del centro.

Dall’astanteria di Procaccini alla tomba dell’Amici

vittorio marzullo
Vittorio Marzullo

“La presa in giro di Nicola Procaccini – attacca – di far ‘temporaneamente’ appoggiare il centro sociale nei sotterranei di Via Leopardi, massimo due anni si disse, si sta rivelando per quello che era, semplicemente una presa in giro”. E così, secondo la ricostruzione dell’ex consigliere comunale, si è passati “dall’astanteria di Procaccini alla tomba di Carla Amici con la benedizione della dottoressa Erminia Ocello e del consiglio d’amministrazione dell’Azienda Speciale Terracina”. Marzullo ricorda anche “l’impegno e la promessa dei locali dove oggi sono ospitati i bambini del nido, successivamente trasformata in promessa di Villa Tomassini (si è approvato su quest’ultima proposta anche un atto di indirizzo) per meglio prendere in giro gli anziani.

La sede di via Leopardi

Attualmente il centro anziani, presieduto da Maria Alla, si trova nei locali sotterranei della scuola di via Leopardi con poca areazione, umidità e infiltrazioni d’acqua. Recentemente l’edificio scolastico è stato ritinteggiato, tutti i locali ad eccezione di quelli destinati al centro sociale.

La sede di via Del Giorgione

La soluzione proposta dall’Azienda Speciale Terracina alle organizzazioni sindacali è peggiore dell’attuale precaria (via Leopardi), denuncia Marzullo: “Trattasi ancora di un sotterraneo, con l’aggravante che bisogna scendere una rampa di scale di dieci gradini, molto stretta, e prima domanda: chi non può deambulare come vi arriva? Altra questione: molto spesso nella sede attuale abbiamo dovuto correre per prestare soccorso ad anziani che accusavano malori causa l’inadeguatezza della circolazione dell’aria, ora i locali che ci si propongono sono di un’altezza che sta appena sopra i due metri, che sono, bada bene, di oltre mezzo metro più bassi di quelli attuali. Le finestre sono alte 20 centimetri con apertura delle finestre verso l’alto, quindi restano semi chiuse, di conseguenza meno spazio e meno aria per tutti, con visibilità vicina allo zero. A parte la impossibilità per qualsiasi autorità a dare l’autorizzazione ad ospitare un centro sociale frequentato da centinaia di anziani,  in quella tomba, ma veramente qualcuno pensa che ci sia la disponibilità di noi anziani di farci seppellire prima del tempo? Come si fa in tale contesto a non essere d’accordo con la presidente del centro sociale quando afferma che ‘siamo esseri umani e non bestie’ oppure ‘vogliono seppellirci prima del previsto’ o ancora ‘perché si decide il tutto senza il coinvolgimento dei diretti interessati’? E tutto questo con la disponibilità di chi deve cacciare soldi per il Comune di Terracina e dare decine e decine di migliaia di euro, per ristrutturare una tomba dentro la quale nessuno intende andare a finire prima del tempo che la natura ad ognuno assegna”.

La soluzione di Marzullo

Per l’ex consigliere comunale possibilità, anche immediate, ci sono per spostare il centro sociale in locali idonei. Si va – spiega – dai locali che il Comune deve ereditare dall’accordo di programma di via Badino a quelli dell’altro accordo di programma di via Calcatore:  a maggior ragione questo è possibile oggi con la decisione di spostare gli uffici comunali non più in via Calcatore ma presso l’ex Tribunale. Marzullo aggiunge alla lista siti dismessi idonei al fabbisogno del centro anziani: “I soldi per ristrutturarli si potrebbero chiedere alla Regione nell’ambito delle politiche sociali che la stessa porta avanti, con appositi finanziamenti che sono sempre in aumento con la Giunta Zingaretti ed il cui assessore responsabile è di Terracina, la Visini, che potrebbe guardare con occhio benevolo tale ipotesi”. Per l’ex consigliere il problema è solo politico. “Al di là della vendetta dell’Amici – conclude Marzullo – e della mancata volontà politica della giunta Procaccini, mi domando se il commissario prefettizio Ocello e il cda dell’Azienda speciale siano dotati di volontà politica atta a risolvere il problema?”