Variante Q3 a Latina, ora il sindaco riferisca in Consiglio comunale. La richiesta dell’opposizione

Damiano Coletta

La variante Q3, finita sotto inchiesta della Procura, entrerà in Consiglio comunale su istanza dell’opposizione che ha chiesto al sindaco di Latina Damiano Coletta di riferire sull’argomento. L’obiettivo è quello di aprire un confronto con il primo cittadino nella sede istituzionalmente competente in materia urbanistica, salvo i casi specifici che la legge stabilisce possano rientrare nelle decisioni della Giunta.

Le criticità della delibera di giunta approvata il 28 dicembre 2018 per la realizzazione di un centro commerciale in variante al Piano particolareggiato edilizio, che sui lotti interessati dal progetto prevedeva il vincolo alberghiero, sono state già sollevate in una seduta della commissione Trasparenza e in due sedute della commissione Governo del territorio, nei giorni 11 gennaio 201915 gennaio 2019 e 23 gennaio 2019. Nelle tre occasioni l’amministrazione comunale – rappresentata dagli assessori alla Legalità e all’Urbanistica e dal dirigente del servizio Governo del territorio – ha sostenuto la regolarità dell’iter seguito.

Il sindaco Coletta, sulla spinosa questione, ha “evitato” l’aula in occasione del Consiglio comunale del 30 gennaio 2019… formalmente per altri impegni istituzionali e poi, il 5 febbraio 2019, si è sfogato in un lungo monologo per la “violenza subita” in conseguenza di “un tentativo di destabilizzazione democratica” nel foyer del teatro D’Annunzio entrare nel merito della questione. Ma è proprio sul merito della questione che l’opposizione vorrà ascoltare il sindaco.

E’ prevista per domani la conferenza capigruppo e non si esclude che il punto sulla Q3 sia inserito all’ordine del giorno dell’assise comunale prevista per la prossima settimana.

L’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano si è aperta dopo l’acquisizione e l’esame della documentazione della variante che ha svincolato una volumetria commerciale di 25mila metri quadrati in via del Lido, altrimenti destinata alla realizzazione di una struttura alberghiera a ridosso dell’attuale hotel Garden. Ad attirare l’attenzione della Procura e a portare i carabinieri forestali in Comune per l’acquisizione degli atti erano state le notizie di stampa relative alla variante urbanistica approvata dalla giunta e pubblicata all’albo pretorio senza i relativi allegati. Al centro delle indagini l’elemento che sull’atto deliberativo giustifica la variante, quale presa d’atto di un vincolo alberghiero legato ad una richiesta di finanziamento ormai scaduto. In base agli accertamenti svolti dagli inquirenti, come per altro sollevato dall’apposizione nelle diverse commissioni consiliari tenute sull’argomento, il vincolo alberghiero sarebbe stato di natura urbanistica, rientrate nel Ppe approvato nel 1990 (quando quello finanziario era già scaduto) in variante al Piano regolatore generale. Ed ecco che la domanda sorge spontanea: è legittima la variante Q3 approvata dalla giunta? Una domanda simile ad altre ricorrenti nel contesto politico, amministrativo e giudiziario del capoluogo pontino che si pensava appartenere al passato. Anche se un distinguo va fatto, perché le varianti ai Ppe annullate dal commissario Giacomo Barbato riguardavano interi quartieri e non singole istanze.

Oggi l’amministrazione Coletta è inciampata ad una variante puntuale che per altro, al di là di eventuali risvolti giudiziari, svela in un certo qual modo un interesse riconducibile a vecchi protagonisti del passato.