Latina, il Pd attacca sulla variante Q3: l’autoreferenzialità di Lbc sta producendo uno sfascio politico

Il sindaco di Latina Damiano Coletta ora prende tempo sulla variante Q3, dopo l’approvazione in tempi record della delibera necessaria a sdoganare volumetrie commerciali per 25mila metri cubi. Questa mattina non era presente in Consiglio comunale e quindi non ha potuto rispondere alla consigliera dem Nicoletta Zuliani che ad inizio dei lavori ha chiesto espressamente che il primo cittadino, o un rappresentante della giunta, riferisse sulla delicata questione urbanistica. Niente, il sindaco non è arrivato e nessuno degli assessori presenti in aula ha preso la parola sull’argomento. Oggi pomeriggio abbiamo chiesto all’ufficio stampa del Comune se ci fossero dichiarazioni ufficiali da parte del sindaco o della giunta sulla questione Q3. “Al momento no”, ci è stato risposto.

L’inchiesta della Procura ha preso corpo, sulla base delle risultante investigative dei carabinieri forestali del Nipaaf che hanno cerchiato in rosso l’iter seguito per l’approvazione, da parte della giunta, della variante del Ppe del comprensorio Q3 (approvato nel 1990 in variante al Piano regolatore generale). Un iter macchiato, secondo gli inquirenti, da un falso presupposto (la decadenza del vincolo alberghiero per estinzione di un mutuo) che avrebbe potenzialmente prodotto una lottizzazione abusiva. Parole che rievocano il passato amministrativo del capoluogo pontino, congiuntamente ad un’altra circostanza scomoda da un punto di vista politico: l’assetto societario della Corica Costruzioni, formalmente titolare del fondo oggetto della richiesta di permesso a costruire presentata dalla Green Building (società che ha stipulato con la prima un compromesso di compravendita), che ha al suo interno due società riconducibili a Vincenzo Malvaso, al centro di altre tempeste giudiziarie in campo urbanistico e che determinarono insieme ad altri fattori la fine anticipata dell’amministrazione a guida di Giovanni Di Giorgi.

Insomma, ce né abbastanza per chiedere al sindaco “lumi”.

“Desta sconcerto quanto sta avvenendo al Comune di Latina intorno all’ennesima forzatura degli iter urbanistici da parte di questa Amministrazione”, attacca il Partito democratico nella sua formulazione più completa, segretaria comunale, segreteria provinciale e gruppo consiliare. “Non possiamo fare a meno di rilevare – si legge in una nota stampa – una responsabilità politica e amministrativa pesante di una Giunta e del suo vertice, il Sindaco, che mostrano ancora approssimazione e azzardo su un tema in cui la città ha pagato un prezzo altissimo con le pessime gestioni precedenti. Vediamo il ripetersi di errori che non possono essere imputati più alla semplice inesperienza. Che sta succedendo sull’urbanistica? Abbiamo assistito ad un cambio di assessore e di numerosi dirigenti per ritrovarci a questo punto? Perché il Consiglio comunale non è coinvolto in simili passaggi che riguardano tutta la collettività, ma viene puntualmente bypassato con un modo di fare e amministrare del tutto simile alle giunte precedenti? In Consiglio le critiche e le argomentazioni anche dell’opposizione spesso aiutano a non sbagliare. Sul versante urbanistico abbiamo più volte precisato che c’è un quadro di riferimento molto chiaro per procedere, la rigenerazione urbana regolata da una legge regionale finalizzata a ridurre il consumo di suolo, vorremmo sapere quali sono gli atti amministrativi che il Comune sta facendo in questa direzione, poiché quelli che vediamo vanno addirittura nella direzione opposta”.

“L’autoreferenzialità e la supponenza di essere i soli depositari del bene comune – attacca ancora il Partito democratico – sta producendo uno sfascio politico in primis a cui ci opponiamo con fermezza. Il Pd di Latina tutto crede che legalità e trasparenza non siano principi solo da sbandierare in campagna elettorale, ma da praticarsi nella quotidianità, nelle scelte grandi e piccole, è arrivato il momento in cui questa amministrazione deve guardare alle cose anche per quello che sono e non per come si vorrebbero, sappiamo bene che l’eredita lasciata dal centro destra richiede una non facile gestione della cosa pubblica, ma non può essere l’alibi sotto cui nascondere la propria incapacità politica e amministrativa. Latina ha bisogno di crescere anche sui diritti e sui servizi elementari che vanno indirizzati a tutta la comunità e non solo a vantaggio di alcuni”.