Vittorio Cervone: non solo Politico ma “Architetto dell’economia pontina”

Economia & imprese 

Rubrica settimanale 

A cura di Ivan Simeone

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Ivan Simeone

Le librerie di casa sono veri e propri scrigni da cui affiorano ricordi e non poche suggestioni. Nei giorni scorsi mi sono ricapitati tra le mani i testi del Sen. Vittorio Cervone. Sicuramente molti si chiederanno chi sia (se lo chiederanno?); probabilmente qualche “baby boomer” avrà un guizzo di ricordo. Un saggio sulla Formazione politica (di cui parleremo in seguito), un testo su Giuseppe Donati ed un importante (e controverso) saggio sul caso del rapimento dell’on. Aldo Moro, vicenda di cui fu protagonista cercando di salvare in tutti i modi lo Statista di cui era personalmente amico cui si aggiungono diversi testi sulla Riforma Universitaria e sul mondo della Scuola.

Vittorio Cervone è stato colui che – io giovane universitario al primo anno di Giurisprudenza- mi aprì le porte della politica romana; quella politica con la “P” maiuscola. Un vero Democristiano che fu riferimento per la politica locale e romana a partire dagli anni 50 (ma anche prima) fino a tutti gli anni 70 ed oltre.

È stato il costruttore della DC pontina, impegno politico continuato anche per i primi anni 80 grazie ad una azione culturale e sociale intorno ai Circoli “Idee e Fatti” da Lui fondati ed al Sindacato dei Gestori della Scuola privata e non statale.

La sua biografia è facile da reperire, basti andare a navigare su Google e si sa tutto, ma dal freddo web non si possono percepire le sensazioni di un impegno politico totalizzante, che ha delle basi sconosciute a chi entra nell’agone politico di questo millennio; basi che nascono dalla Resistenza vera e vissuta (non sbandierata nei salotti), basi che nascono dalla militanza nelle Sezioni e nelle Associazioni cattoliche.

Cervone è stato uno dei pochi uomini di Governo che Latina e la sua Provincia possono annoverare. Un politico con una “Visione” che andava ben oltre alla gestione del potere fine a sé stesso. 

Figura centrale nello sviluppo della Lattina post Littoria che –mai come oggi- si dovrebbe riscoprire e rivalutare, con tutte le incongruenze del tempo che fu.

Non dimentichiamoci che all’epoca la “Democrazia Cristiana” non era solamente un Partito politico, ma il volano di tutta la ricostruzione sociale ed economica dell’intero Paese.

Vittorio Cervone nasce a Gaeta nel 1917, docente universitario di filosofia, vicino inizialmente alla corrente andreottiana, amico (vero) della famiglia dell’on. Aldo Moro, si impegnò sul territorio pontino e di Latina in particolare, sia nell’ambito dei Consorzi agrari come nello sviluppo industriale legato alla “Cassa del Mezzogiorno”, che portò la fortuna nelle nostre terre pontine. Ebbe un ruolo decisivo nell’indirizzo politico della Coldiretti dell’epoca.

Dal 1953 al 1976 fu Deputato e Senatore, Sottosegretario, orientando e supportando lo sviluppo economico di Latina di cui fu anche Sindaco dal 1951 al 1953.

Nei miei anni universitari ebbi l’incarico di Responsabile del Circolo “Idee e Fatti” all’Università di Roma e promossi il mio primo convegno in assoluto: un incontro sul “Decalogo Costituzionale del Governo Spadolini” sulla riforma costituzionale. A ripensarci oggi, un argomento “pesantissimo” ma all’epoca molto sentito ed attuale tra docenti universitari, politici e gruppi studenteschi.  

Vittorio Cervone in quegli anni di impegno politico lavorò per uno sviluppo di Latina, mosso da concretezza e militanza d’altri tempi. Edilizia scolastica, sostenne il mondo delle imprese locali e supportò la creazione di quartieri della nostra Città. 

Fu Cervone che istituì la festa del 28 Aprile come ricorrenza della Fondazione di Latina, ieri Littoria.

Se andiamo a “rileggere” il suo impegno per il territorio, vediamo come si dedicò principalmente su alcune precisi direttrici: sviluppo di una agricoltura moderna (ebbe anche l’incarico di Commissario del Consorzio di Bonifica) promuovendo la cooperazione agricola ed il credito agrario creando le basi di un’area agricola che ancora oggi è un “sistema” produttivo primario per la nostra Comunità; lavorò per portare la Cassa del Mezzogiorno dando così un impulso e respiro alle piccole imprese locali; sostenne una politica di concreta realizzazione di infrastrutture, la nascita del Villaggio Trieste dando così anche un sostegno non indifferente al mondo del lavoro. Se Vittorio Cervone fu colui che “organizzò” il nostro Territorio pontino e contribuì non poco alla creazione di quei presupposti che permisero, negli anni a seguire, uno sviluppo ed una crescita della nuova Latina. Quei “presupposti” che furono poi raccolti da altre figure di rilievo, in primis Nino Corona, che si dedicarono a “costruire” la Città di Latina.

Sono queste alcune delle Figure della nostra giovanissima storia; coloro, come Vittorio Cervone, che hanno costruito –con i mezzi e le logiche del tempo- una Comunità ed un sistema economico locale di tutto rispetto. 

Per concludere questo primo flash, segnalo un interessante articolo, pubblicato dalla rivista storica “Mondo contemporaneo” a firma di Stefano Mangullo, “Come nasceva un Capo democristiano. Vittorio Cervone a Latina (1946 – 1956)” pubblicato nel 2014 e Vittorio Cervone, il sindaco della ricostruzione negli anni cinquanta” a firma di Paolo Iannuccelli su news-24.it del 2020.