Zannone, Parco non paga indennità al Comune di Ponza: riscoppia la guerra

Uno scorcio di Zannone e all'orizzonte l'isola di Palmarola

Tregua cessata sull’isola di Zannone tra il Parco nazionale del Circeo e il Comune di Ponza. La giunta del sindaco Franco Ferraiuolo ha recentemente dato incarico all’avvocato Giacomo Mignano al fine di intraprendere tutte le iniziative, anche giudiziarie, per la restituzione dell’isola di Zannone. E non solo.

Il sindaco di Ponza Franco Ferraiuolo

L’esecutivo del sindaco è pronto alla battaglia legale per gli immobili del Demanio comunale, per il recupero delle indennità di 43.382,37 euro mai versate al Comune dall’ente del Circeo e della somma di oltre 55mila euro che lo stesso Ente si era impegnato a spendere per l’isola. La giunta ha dato carta bianca all’avvocato anche per chiudere risarcimento danni subiti in conseguenza della non corretta gestione dei beni affidati. I dettagli sono contenuti nella delibera 107 del 12 luglio scorso, pubblicata all’albo pretorio la scorsa settimana.

Giacomo Mignano

L’incarico legale di fatto riattiva la deliberazione del Consiglio comunale del 13 marzo 2017, fortemente voluta dall’allora sindaco Piero Vigorelli, con la quale si stabilì la revoca della delibera del 1978 con la quale si era affidata Zannone alla tutela e gestione del Parco nazionale del Circeo. E’ interesse della giunta, si legge nell’atto 107 del 12 luglio scorso, dare seguito alla delibera di Consiglio del 2017.

Le chiacchiere sono ferme al 2011 e ora che il Comune si è visto assegnare quasi due milioni di euro dallo Stato per il recupero dell’ex casino da caccia dei Casati Stampa (notizia di marzo 2019) forse qualcosa deve cambiare per non perdere l’opportunità. Già a marzo il sindaco Ferraiuolo – da noi sentito per lo stanziamento del consistente finanziamento statale – aveva ricordato la vigenza della delibera di Consiglio comunale che chiedeva l’uscita di Zannone dal perimetro del Parco nazionale del Circeo.

“Al riguardo – aggiunse -, seguirà come per legge una procedura per verificare se oggi ci siano ancora le condizioni che indussero nel 1979 ad includere l’isola nel Parco nazionale del Circeo con decreto del Capo dello Stato. Nelle more, il Comune di Ponza intrattiene rapporti istituzionali per una condivisione (quindi, con un maggiore coinvolgimento del Comune) per i progetti che l’Ente Parco intende svolgere a Zannone. In tutti i casi, che si esca o meno a seguito della procedura, il Comune intende restaurare e gestire attraverso bandi la palazzina di sua proprietà nonché gestire le aree marine Sic e Zcs adiacenti le isole di Zannone nonché di Ponza e Palmarola avendo già avanzato tale richiesta formalmente alla Regione Lazio”.

Seguirà una verifica, aveva promesso il sindaco, per valutare la sussistenza delle condizioni che portarono Zannone nel Parco. Verifica che evidentemente, secondo il Comune di Ponza, non ha avuto esito positivo. Dunque il mandato all’avvocato Mignano.

La notizia non è piaciuta a Legambiente: “Giova ricordare come, all’epoca (di Vigorelli, ndr), la strumentale polemica fu montata su un caso di abbandono di rifiuti lasciati sull’isola e mai rimossi dimenticando, o volutamente ignorando, che gli Enti Parco non hanno alcuna competenza in materia di smaltimento dei rifiuti, che di contro risulta essere invece di pertinenza esclusiva delle amministrazioni comunali. In quell’occasione registrammo anche l’atto di disponibilità del Parco nel collaborare in ogni caso alla vicenda, ribadiamo non di sua stretta competenza, dichiarando la messa a disposizione di imbarcazioni, strumentazione e personale per aiutare l’allora amministrazione comunale alla raccolta del materiale, dietro ovviamente formale richiesta”.

Secondo il direttivo del Circolo Larus, Legambiente di Sabaudia, “non solo la delibera appare essere al di fuori di ogni logica, ma al contrario dovrebbe andare in una direzione diemetralmente opposta, che è quella di chiedere invece un aumento degli strumenti di tutela e di valorizzazione delle emergenze naturalistiche ed ambientali custodite in questa
importante area protetta che non deve nella maniera più assoluta privarsi di questa importantissima isola”.

Legambiente propone quindi di rilanciare l’idea che già in altre sedi ha manifestato, di ampliare il territorio del Parco Nazionale del Circeo ad un’altra perla fra le isole del Tirreno, Palmarola con la possibilità di creare anche una vera e propria Area Marina Protetta in grado di giungere a tutelare anche gli importanti posidonieti che si estendono lungo i
fondali della parte costiera dell’attuale Parco. “Se questo è considerato un obiettivo minimale, c’è poi la possibilità aggiuntiva di ulteriori allargamenti ad altri territori vicinali, quali ad esempio l’area litorale di Torre Astura e del Bosco di Foglino, un lembo di foresta planiziaria dunque altamente assimilabile alla foresta demaniale del Circeo”, dicono dal circolo Larus.