Assunzione nuovo dirigente al Comune di Latina, ostacolato accesso agli atti. Zuliani scrive al Prefetto

La consigliera del Pd Nicoletta Zuliani e il segretario/direttore generale Rosa Iovinella

Il presidente della commissione Trasparenza e Legalità del Comune di Latina, la consigliera dem Nicoletta Zuliani, segnala al prefetto di Latina Pierluigi Faloni una situazione di presunta opacità emersa a seguito di una richiesta di accesso agli atti inoltrata al segretario generale dell’ente Rosa Iovinella, che ricopre anche gli incarichi di direttore generale e di responsabile per la prevenzione e la corruzione.

L’istanza di accesso agli atti inoltrata il 4 settembre scorso riguardava la documentazione inerente la selezione pubblica per la copertura del posto di dirigente del servizio Ambiente, con contratto a tempo determinato legato alla durata del mandato elettorale del sindaco. Comune è noto, delle proposte di candidatura ammesse, 16 su 20, soltanto una è stata ritenuta idonea al colloquio finale con il sindaco Damiano Coletta. Si tratta della candidatura del professionista poi risultato vincitore del bando, il geologo Sergio Capucci, che la scorsa settimana è stato presentato ai componenti della commissione consiliare Ambiente dal presidente Dario Bellini e dall’assessore al ramo Roberto Lessio. Non conosciamo la motivazione precisa che ha spinto la consigliera a presentare istanza di accesso agli atti, ma in base alla missiva indirizzata oltre che al Prefetto e all’interessata, anche al sindaco Coletta e all’assessore alla Trasparenza e Legalità Paola Briganti, emerge quanto segue.

Alla richiesta di accesso agli atti, Iovinella ha risposto alla presidente della commissione Trasparenza che per questioni di privacy avrebbe dovuto chiedere autorizzazione ai candidati ritenuti inidonei e qualora questi avessero acconsentito le avrebbe fornito, tempo dieci giorni, copia della documentazione relativa all’espletamento del bando. Nel dettaglio la consigliera scrive che “in risposta a tale richiesta la segretaria generale dell’Ente, l’avvocato Iovinella, comunica che i soggetti cui i documenti si riferiscono, e pertanto contro-interessati, ai sensi dell’art. 3 del DPR 184/06, entro il termine di 10 giorni, possono presentare una motivata opposizione, anche per via telematica, alla richiesta di accesso”. Dunque, ricostruisce Zuliani, Iovinella in assenza di opposizione avrebbe poi dato corso alla richiesta di accesso agli atti.

Trascorso inutilmente il termine dei dieci giorni, l’esponente dem ha però fatto notare ai destinatari della missiva che la segretaria comunale nella migliore delle ipotesi avrebbe dato corso alla richiesta, applicando una norma impropria all’istanza di accesso agli atti da parte di un consigliere comunale, contravvenendo a quanto più volte ribadito dalla giurisprudenza, dalle sentenze Tar nonché pareri di Commissioni Parlamentari.

“I consiglieri comunali – scrive Zuliani – hanno un non condizionato diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere di utilità all’espletamento delle loro funzioni ciò anche al fine di permettere di valutare, con piena cognizione, la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione, nonché per esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio e per promuovere, anche nell’ambito del Consiglio stesso,
le iniziative che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale. Il diritto di accesso riconosciuto ai consiglieri ha una ratio diversa da quella che contraddistingue il diritto di accesso ai documenti amministrativi riconosciuto alla generalità dei cittadini”.

Zuliani a questo punto scrive: “Vorrei sottolineare che l’orientamento del Consiglio di Stato, sezione IV, con la sentenza del 21 agosto 2006 numero 4855, ha rilevato che all’accesso dei soggetti interessati di cui agli artt. 22 e seguenti della legge n. 241 del 1990 e l’accesso dei consiglieri comunali di cui all’articolo 43 decreto legislativo n. 267 del 2000 (TUEL) sussiste una profonda differenza: il primo è un istituto che consente ai singoli soggetti
di conoscere atti e documenti al fine di poter predisporre la tutela delle proprie posizioni soggettive eventualmente lese, mentre il secondo è un istituto giuridico posto al fine di consentire a consigliere comunale di poter esercitare il proprio mandato, verificando e controllando il comportamento degli organi istituzionali decisionali del Comune”.

Dunque, per la consigliera, Iovinella avrebbe dovuto darle le carte con o senza il consenso dei contro-interessati e che la negazione delle stesse ostacolerebbe l’esercizio del proprio mandato. “Al consigliere comunale – ribadisce Zuliani – non può essere opposto alcun diniego, determinandosi altrimenti un illegittimo ostacolo al concreto esercizio della sua funzione, che è quella di verificare che il sindaco della giunta municipale esercitino correttamente la loro funzione (Parere n.15 Commissione Senato della Repubblica XVI
Legislatura per l’accesso ai documenti amministrativi, 17 dicembre 2007). Inoltre i giudici hanno puntualizzato che il diritto del consigliere comunale ad ottenere dall’ente tutte le informazioni utili all’espletamento delle funzioni non incontra neppure alcuna limitazione derivante dalla loro eventuale natura riservata in quanto il consigliere è vincolato al segreto d’ufficio”.

“Ritengo pertanto assolutamente impropria e lesiva dei diritti di consigliere comunale subordinare alla valutazione di terzi, e pertanto ritardare, il riscontro dei documenti regolarmente richiesti ed in possesso dell’ente, e sollecito vivamente al rispetto di quanto la legge, a tutela del bene pubblico, prevede in materia di ‘diritto soggettivo pubblico funzionalizzato’ (Consiglio di Stato pronuncia nr.4471/2005)”, conclude la consigliera.

Quello dell’accesso agli atti ostacolato, ai consiglieri comunali di Latina, non si limita al solo caso sollevato dall’esponente del Partito democratico. Appena venerdì scorso il consigliere Matteo Coluzzi ha presentato un’interrogazione avente ad oggetto il ristoro nucleare. Oltre a voler conoscere l’esito delle preannunciate iniziative da parte di Latina Bene Comune sul tema, azione legale e diffida al Ministero, Coluzzi ha chiesto in primis, espressamente al sindaco e/ alla giunta, per quale ragione gli siano stati negati gli atti richiesti.