Abc Latina e le parole mai dette di Cappucci. Quella ratio perversa nella gestione dell’azienda speciale

Sergio Cappucci, ex dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina

L’Abc a briglie sciolte. Deve averla vista così Sergio Cappucci, ormai ex dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina, nella sua relazione per il monitoraggio dei risultati conseguiti dall’azienda speciale rispetto agli obiettivi programmati, protocollata poco prima di spiegare le vele verso un nuovo orizzonte all’Enea. Il documento è stato esaminato ieri pomeriggio nel corso della seduta della commissione Trasparenza. Un rapporto di 30 pagina che incrocia le disposizioni contrattuali e la realtà dei fatti al 29 agosto 2018: quello che l’azienda avrebbe dovuto fare e quello che invece agli occhi di Cappucci avrebbe fatto, comportando difficoltà nella liquidazione dei canoni mensili da parte del servizio Ambiente del Comune da lui diretto.

In un elenco di criticità e inadempienze, Cappucci cita la mancata apertura dell’isola ecologica di via Massaro. Tutto sembrava pronto per riattivare il servizio, come previsto negli accordi Comune-Abc, ma… La determinazione dirigenziale predisposta resterà lettera morta. E il perché è Cappucci a spiegarlo alla segretaria generale dell’ente Rosa Iovinella che dopo il Consiglio comunale di agosto scorso gli chiede specifica relazione, come per altro prevista dal piano anticorruzione. “La richiesta non evasa è fonte di significativi disagi (di immagine ed economici) – si legge nella relazione di Cappucci – riconducibili unicamente alla non decisione del consiglio di amministrazione – non del direttore generale dell’azienda speciale – che nella seduta con i revisori del 25 giugno 2018 ha dichiarato di non voler specificare i costi di gestione del centro”. Una “specifica” invece indispensabile per l’allora dirigente per la formalizzazione della determina di consegna ed entrata in esercizio del secondo centro di raccolta del territorio comunale. Il cda dell’azienda speciale, come riportato da Cappucci nella sua relazione, avrebbe sostenuto che la specifica sul costo di gestione non era dovuta poiché erano stati preventivati 547mila euro per le piattaforme ecologiche e 354mila euro per le isole e le giornate ecologiche. Ma poiché nel comune di Latina – precisa Cappucci -, come riportato all’articolo 40 del capitolato speciale, esistono tre centri di raccolta e tra questi quello di via Massaro, atteso che gli altri due (Chiesuola e Latina Scalo) ad oggi non sono utilizzabili, è “improcrastinabile la necessità di determinare il costo di gestione” del centro di raccolta di via Massaro. Nei 547mila euro preventivati da Abc, spiega Cappucci, rientrano anche i costi per gli altri due centri di raccolta che di fatto non possono essere attivati nell’immediatezza e quindi per gli stessi non può essere riconosciuto il corrispettivo.

L’esempio di via Massaro vale la citazione di Cappucci, contenuta alla pagina 26 della relazione, sulla malversazione di fondi pubblici per servizi non resi? Per via Massaro il problema non dovrebbe porsi, almeno fino alla fuga di Cappucci perché lui quella determinazione certo non l’ha firmata.

“Mancata certificazione dei conferimenti presso l’impianto Rida” e un altro paragrafo della relazione di Cappucci. “In virtù dell’articolo 46  del capitolato speciale di appalto – si legge nella relazione – che recita che ‘il resoconto mensile, recante la data e la sottoscrizione del responsabile, deve contenere ogni altra informazione che possa consentire al Comune un monitoraggio costante e una rappresentazione completa, esaustiva e veritiera dell’andamento dell’appalto’, l’ufficio il 5 giugno 2018 ha richiesto un tabulato, firmato e timbrato, dei carichi conferiti presso l’impianto di trattamento Rida Ambiente, nel quale fosse indicato anche il valore totale delle tonnellate conferite ogni mese, in modo da velocizzare le procedure di verifica tra le fatturazioni e la reportistica e, di conseguenza la liquidazione. Il direttore dell’azienda speciale Abc – non ha provveduto ad evadere la richiesta, ritenendo di non dover indicare il valore totale delle tonnellate conferite”.

Dunque, quando si è trattato di specificare costi e quantitativi l’azienda speciale si sarebbe mostrata restia agli occhi Cappucci. Colpa del metodo dei controlli “a misura” e non “a corpo” è stato lamentato dal presidente del Cda Demetrio De Stefano nella conferenza stampa del 30 agosto scorso indetta dal sindaco Damiano Coletta per stemperare le polemiche del “caldo” agosto e nella commissione Ambiente del 3 settembre 2018. E quella del controllo “a corpo” sarebbe per l’amministrazione comunale una delle cose da rettificare nel codificato rapporto con la propria azienda speciale affinché tutto fili liscio.

Ma tornando ai conferimenti Rida il dettaglio sui quantitativi richiesto da Cappucci non è di poco conto poiché, come è stato precisato in diverse occasioni istituzionali dall’amministrazione comunale, il mancato prestito di 12 milioni di euro, che l’Abc non ha ancora ottenuto, ha comportato la mancata attivazione del nuovo servizio di raccolta differenziata spinta e quindi un aumento, non programmato, dell’indifferenziato diretto alla Rida Ambiente e del relativo costo con conseguente modifica del Pef nel ripiano dei costi delle diverse voci. Cappucci nella sua relazione ha lamentato la mancata certificazione dei conferimenti presso l’impianto Rida; il 21 settembre 2018 la dirigente Daniela Ventriglia, dirigente ad interim del servizio Ambiente dalle dimissioni di Cappucci fino all’arrivo di Giuseppe Bondì, ha firmato la determinazione per 671mila euro ad integrazione del precedente impegno di spesa, pari a 6.237.000 euro per il 2018, per il pagamento della Rida Ambiente di Aprilia dove vengono conferiti i rifiuti indifferenziati. Nella determinazione di Ventriglia si citava una nota del 29 agosto con la quale la Rida comunicava al Comune che l’impegno di spesa avrebbe ultimato la sua capienza orientativamente alla fine del mese di settembre. I 671mila euro aggiuntivi andrebbero a coprire le spese per il solo mese di ottobre, mentre per lo stesso mese sembra ormai naufragato anche il rinnovato obiettivo di attivazione del porta a porta a Latina Scalo.

Cappucci, prima di lasciare il Comune di Latina, ha lasciato scritto che il maggior onere, rispetto al Pef approvato, a carico del Comune per il conferimento dei rifiuti indifferenziati, alla fine del 2018, è stimabile in almeno un milione e 900mila euro, “in mancanza della revisione contrattuale sollecitata lo scorso mese di luglio”. Revisione che dovrebbe passare per una riduzione del canone mensile spettante all’Abc. Diversamente sarebbe tendere una mano verso un’azienda inadempiente – come ammesso ieri in commissione Trasparenza anche dall’ultimo arrivato, il nuovo dirigente Bondì quando ha detto che le carenze sono oggettive – per la quale non si è messa mai in discussione né l’amministrazione comunale di Latina Bene Comune né tanto meno il consiglio di amministrazione dell’Abc Latina.

Di Cappucci resta quell’immagine del geologo ricercatore dell’Enea, vicino al movimento di Latina Bene Comune, “unico” candidabile alla selezione per l’incarico di dirigente del servizio Ambiente legato al mandato del sindaco, arrivato in Comune quando il progetto di Abc era stato già bello che definito dal professor Alberto Lucarelli, presentato in commissione congiunta Ambiente-Bilancio il 31 luglio 2017. Cappucci all’epoca stava tra il pubblico. Poi l’incarico a partire dal primo settembre 2017 che ha lasciato a distanza di un anno dopo la stesura della sua relazione “bomba”. Ieri in commissione, e prima di ieri in altre recenti occasioni istituzionali, qualcuno legato alla maggioranza di governo ha tentato di gettargli la croce addosso ricordando che è stato lui, in qualità di dirigente al servizio Ambiente, a dare l’ok alla bozza di contratto approvato dal Consiglio comunale. Contratto che ora si vuol cambiare per far filare liscio il progetto di azienda speciale, seguito con interesse a livello nazionale, come è solito dire il sindaco Damiano Coletta. Per un anno Cappucci ha tenuto botta, speranzoso forse di fare qualcosa di buono per la sua città: mai una parola fuori posto, mai una lamentale su quest’affare così complesso.

Poi il tuono delle dimissioni accompagnate da cotanta relazione resa pubblica soltanto ieri, nella quale sembra abbia voluto rimediare a quelle parole mai dette, citando evidenze di ratio perversa nella gestione dell’Abc, come ad esempio l’incomprensibile dispendio di risorse umane e di tempo per la procedura di gara del ritiro abiti usati (questione finita in Procura per esposto del consigliere Andrea Marchiella) invece di destinare gli stessi per altre fondamentali incombenze gravanti sulla gestione dell’azienda e sui ritardi accumulati per il finanziamento del mutuo e dell’espletamento delle gare per l’avvio del porta a porta.