Un dramma senza risposte certe. Il lavoratore agricolo indiano di 46 anni, ricoverato da due mesi all’ospedale Santa Maria Goretti, ha subito nuovi interventi chirurgici: dopo l’amputazione di entrambe le gambe, nei giorni scorsi i medici hanno dovuto rimuovere anche le dita della sua mano sinistra.
L’uomo era arrivato in ospedale con una grave necrosi agli arti e una misteriosa patologia, che inizialmente era stata classificata come una possibile malattia autoimmune. Solo con il tempo, e grazie all’aiuto di un interprete, è emersa una possibile causa alternativa: il contatto con potenti fitofarmaci utilizzati in un’azienda agricola del nord della provincia di Latina.
Secondo il suo racconto, per tre giorni avrebbe maneggiato senza protezioni prodotti chimici così aggressivi da provocargli bruciore a mani e piedi. Poco dopo avrebbe avuto una crisi cardiaca, venendo trasportato d’urgenza prima al pronto soccorso di Pomezia, poi a Roma e infine al Goretti di Latina, dove gli specialisti hanno tentato di arginare la necrosi. Nonostante i trattamenti, nel giro di venti giorni ha perso prima una gamba, poi l’altra, e ora anche parte della mano.
Le analisi iniziali non hanno individuato tracce dei fitofarmaci nei tessuti del paziente, lasciando aperta l’incertezza sulle cause della sua condizione. Se fosse stato davvero avvelenato e costretto a lavorare senza protezioni, resta il dubbio se qualcuno sarà mai chiamato a risponderne.