Alba Pontina, ridotte in Appello le condanne per i 9 imputati

Un momento della conferenza stampa con Michele Prestipino Giarritta, procuratore aggiunto della Dda di Roma, che si è tenuta in occasione dell'operazione Alba Pontina

E’ uscita questa mattina alle 9.30 la sentenza di Appello per il processo Alba Pontina relativo agli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Il procuratore non ha voluto replicare alle discussioni degli avvocati delle scorse udienze e dopo una breve camera di consiglio il presidente della Corte d’Appello di Roma ha letto il verdetto.

La novità più importante è quella che riguarda i Di Silvio, Ferdinando Pupetto, Gianluca e Samuele, tutti figli Armando (Lallà) Di Silvio (per il quale è in corso il processo con rito ordinario). I tre non sono stati considerati dai giudici di secondo grado organizzatori e promotori dell’associazione per delinquere, ma resta per loro il metodo mafioso.

A questo punto per esclusione gli organizzatori potrebbero ritrovarsi tra gli imputati nel processo in corso al tribunale di Latina con rito ordinario. Questo sarà più chiaro quando saranno disponibili le motivazioni della sentenza. Intanto ci sono state sostanziali riduzioni nelle condanne. Ferdinando Pupetto Di Silvio, che in primo grado aveva preso 16 anni e 6 mesi, dovrà invece scontare 10 anni, 8 mesi e 10 giorni. Gianluca Di Silvio, condannato a 17 anni e 4 mesi a Latina, dovrà scontare 12 anni e 6 mesi. Samuele Di Silvio (primo grado 16 anni e 8 mesi), potrà tornare a casa tra 11 anni, 10 mesi e 10 giorni. Gianfranco Mastracci invece è stato condannato a 3 anni e 4 mesi, con una riduzione di un anno.

La pena di Valentina Travali è ora di 2 anni e 2 mesi di reclusione, rispetto ai 4 anni del primo grado. La ragazza torna in libertà. Mohamed Jaudoubi e Hacene Ounissi sono stati condannati invece a 2 anni e 4 mesi (in primo grado la pena era stata di 4 anni e 2 mesi). Riduzione della pena anche per Daniele Coppi, da 4 anni e 2 mesi a 1 anno e 4 mesi e per Daniele Siciniano, 4 anni e 20 giorni (condannato in primo grado a 5 anni).

La Corte ha condannato i tre fratelli di Silvio e Gianluca Mastracci al pagamento delle spese legali del Comune di Latina, della Regione Lazio e dell’associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto per 2500 euro per ciascuna parte civile.

Nel collegio difensivo gli avvocati Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Alessandro Paletta, Oreste Palmieri, Fabrizio D’Amico e Virginia Ricci.