Battisti arrestato in Bolivia, subito il rientro in Italia per espulsione. L’ex terrorista di Sermoneta sconterà così l’ergastolo

Cesare Battisti, catturato in Bolivia

Si era fatto crescere barba e baffi per non essere riconosciuto, ma la Polizia boliviana lo ha fermato a Santa Cruz de La Sierra. Latitanza finita per Cesare Battisti, ex terrorista di Sermoneta, appartenente al gruppo Proletari Armati per il Comunismo, condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi commessi in Italia. Pedinato da una squadra di esperti poliziotti della Criminalpol e dell’Antiterrorismo italiano e della Digos di Milano, il 64enne è stato tradito da telefonate e mail. Nel corso delle indagini attivate da quando era formalmente sparito, sfuggendo all’ordine di arresto delle autorità brasiliane a dicembre 2018, erano stati monitorati cellulari, tablet e pc intestati a vari prestanome o riconducibili all’entourage dell’ex terrorista. Dai 15 supporti informatici è stata fatta una scrematura e sono stati individuati tre telefoni usati personalmente da Battisti. I contatti telefonici e i collegamenti ad internet lo hanno incastrato.

La notizia dell’arresto di Battisti ha fatto il giro del Mondo in pochissimi minuti questa mattina. Il deputato e figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha lanciato un messaggio su Twitter direttamente al ministro dell’ Interno italiano: «Il Brasile non è più terra di banditi. Matteo Salvini ‘il piccolo regalo’ è in arrivo”.

Cesare Battisti è nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954 e fino alla sua adesione ai Proletari armati per il comunismo viveva con la sua famiglia a Sermoneta. Evaso dal carcere nel 1981, dopo una condanna a 12 anni in primo grado (poi è stato condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi), ha ricevuto asilo fuori dai confini italiani come rifugiato politico, diventando scrittore di romanzi noir e ricostruendosi una vita. Prima in Messico, poi in Francia ed infine in Brasile dove dal 2004 gli è stata riconosciuta la cittadinanza.

“‘Preso’. È la parola che ha attraversato la testa degli uomini e delle donne della Polizia di Stato questa mattina che hanno bloccato in Bolivia il latitante Cesare Battisti. ‘Preso’ è la stessa parola che gli agenti avranno detto al telefono ai funzionari che, alla Direzione centrale della Polizia di prevenzione e alla Direzione centrale della polizia criminale aspettavano da mesi questo epilogo – si legge in un post della Polizia di Stato -. Siamo sicuri che quella stessa parola sarà risuonata nelle teste dei familiari di Andrea Campagna, Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin uccisi da Battisti quando militava nel gruppo terrorista dei Proletari Armati per il comunismo. Ed è certamente al ricordo delle vittime, tra le quali c’è Andrea un nostro collega di soli 25 anni, ucciso nel 1979, che gli investigatori si sono ispirati per cercare con forza, determinazione e caparbietà di mettere la parola fine a questa vicenda”.

Diverse le reazioni sulla cattura di Battisti. L’augurio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è che Battisti venga prontamente consegnato alla giustizia italiana, affinché sconti la pena per i gravi crimini di cui si è macchiato in Italia e che lo stesso avvenga per tutti i latitanti fuggiti all’estero. “Le famiglie Santoro, Torregiani, Sabbadin, Campagna potranno finalmente ottenere giustizia – ha commentato su Facebook il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte -. La cattura e l’espulsione di Cesare Battisti sono un risultato atteso da oltre quarant’anni, che dovevamo soprattutto a loro, come pure alle altre vittime delle sue azioni criminali”. “Pacchia finita per Cesare Battisti”, scrive Matteo Salvini su una foto ritraente l’ex terrorista posta su Facebook e aggiunge: “Ringrazio per il grande lavoro le Forze dell’Ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol, l’AISE e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti, un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera. Grazie di cuore al presidente Jair Messias Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l’Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle Autorità boliviane e alla collaborazione di altri Paesi amici. Il mio primo pensiero va oggi ai famigliari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalle sinistre di mezzo mondo. È finita la pacchia. #dalleparoleaifatti”. 

In giornata un aereo del Viminale è partito per la Bolivia, ma…  Per tutta la giornata non era ben chiaro se l’aereo italiano dovesse tornare direttamente nel Belpaese, con a bordo il 64enne arrestato, o se lo stesso dovesse fare tappa in Brasile. “Il terrorista italiano Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia questa sera (tra sabato e domenica) e sarà presto riportato in Brasile – aveva scritto su Twitter il figlio deputato del presidente brasiliano – , da dove sarà probabilmente inviato in Italia per scontare la pena a tempo indeterminato, in conformità con la decisione della giustizia italiana”. Nel tardo pomeriggio di oggi il Governo Italiano avrebbe invece ottenuto l’ok dalla Bolivia non per estradizione ma per espulsione, come “persona non grata”, giustificata dall’ingresso clandestino di Battisti nel Paese andino. “Cesare Battisti rientrerà in Italia nelle prossime ore, con un volo in partenza da Santa Cruz e diretto a Roma”, ha confermato su Facebook il premier Giuseppe Conte. “Poco fa – ha poi aggiunto – ho sentito al telefono il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che ho voluto ringraziare a nome di tutto il governo italiano per l’efficace collaborazione che ha portato alla cattura di Battisti. E allo stesso modo ringrazio le autorità boliviane”.

Battisti in carcere a Roma o Milano? Al momento non è dato sapere se il terrorista varcherà la porta di Rebibbia perché l’aereo è partito da Roma e rientrerà a Roma o se invece sarà portato nel carcere di Milano perché di cattura internazionale è stato emesso dalla procura generale del capoluogo milanese.

Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo per quattro omicidi, ma nel nostro paese in virtù dell’accordo sottoscritto nel 2017 per l’estradizione tra l’Italia e il Brasile avrebbe potuto scontare al massimo 30 anni. In Brasile l’ergastolo è vietato dalla Costituzione. Ma se le autorità riuscissero davvero a riportarlo in Italia senza passare per il Brasile, Battisti potrebbe non uscire più dal carcere. Ne è convinto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Tornerà in Italia direttamente dalla Bolivia. In questo modo, l’ex terrorista sconterà la pena che gli è stata comminata dalla giustizia italiana: l’ergastolo”. L’arrivo di Battisti è previsto per domani, 14 gennaio, alle 14 all’aeroporto di Ciampino.