Carni fresche e finanziamenti illegali, 600mila euro di truffa tra Fondi e Ariccia

Documentazione falsa per ricevere finanziamenti dallo stato, soldi bonificati e fatti sparire con bonifici corredati da fatture per operazioni inesistenti. Beneficiaria della truffa una società di commercializzazioni di carni fresche con sede ad Ariccia, il cui amministratore è di Fondi.

Indagini

Le indagini sono partite dalla tenenza della Guardia di Finanza del centro pontino,, guidato dal capitano Edoardo Gaglione, e culminate in un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Velletri, per un valore di circa 600 mila euro, nei confronti di sei società (italiane ed ungheresi) e cinque persone fisiche di nazionalità italiana, tutti indagate a vario titolo per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e false comunicazioni sociali.

Le indagini dei finanzieri

Il giro

L’illecito riguarda la concessione di un finanziamento previsto dal Fondo di Garanzia Legge 662/96, per ottenere il quale è stato messo in piedi un sistema fraudolento finalizzato all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e al ricorso a una serie di artifici contabili, mascherando la reale situazione economica e patrimoniale della società indagata, nonché di riciclare i proventi derivanti dalla commissione dei reati ipotizzati ed evadere le imposte sui redditi e l’iva.

Una volta accreditato sul conto corrente societario, il finanziamento è stato distratto attraverso operazioni simulate, tanto da determinare stato di insolvenza della società, con l’impossibilità di restituire il maltolto. Denunciati di cinque persone, quali amministratori di diritto/di fatto delle società coinvolte, e richiesta l’applicazione delle sanzioni pecuniarie per responsabilità amministrativa degli enti ex D.lgs. 231/2001 nei confronti di una società di capitali, e alla proposta di liquidazione giudiziale di una delle società indagate per insolvenza, oltre che all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili, immobili ed altre utilità fino alla concorrenza di circa 600 mila euro, pari al valore del finanziamento non dovuto.