Ciao Gianfranco, amico e giornalista vecchia maniera

“Gianfranco ma quanti crediti hai?”. “I 60 li ho superati da un pezzo. Vengo ai corsi per imparare qualcosa.” Ti rispondeva così Gianfranco Compagno durante i corsi di formazione, che noi giornalisti siamo chiamati a seguire adempiendo all’obbligo formativo.

Decenni alle spalle di mestiere non limitavano affatto la sua voglia di capirci sempre qualcosa di più.

La sua presenza, non solo nei corsi, ma in ogni conferenza stampa in cui ho avuto il piacere di incontrarlo, significava dibattito, confronto. Prendeva parola, diceva la sua. Il non essere d’accordo su qualcosa era una regola.

Aveva un concetto alto della professione giornalistica, non lasciava nulla a caso. Tignoso, era il giornalista vecchia maniera che si è formato andando sui posti, senza comunicati stampa perché riceveva la chiamata della fonte, le foto continuava a scattarle da solo. Faceva il “giro di cronaca”. Punto.

In queste ore i messaggi che arrivano da amici, colleghi de Il Giornale del Lazio, istituzioni, il sindacato Associazione Stampa Romana, testimoniano il suo impegno e l’essere parte di un mondo, che non avrebbe mai lasciato se non per una triste ironia del destino.

Andarsene per il Covid, dopo aver parlato e scritto di pandemia in prima linea.

Gianfranco Compagno, 70 anni, uomo cordiale ed elegante. Ha lottato sino all’ultimo lasciandoci in un triste lunedì mattina. All’inizio di una settimana, in cui avrebbe programmato pezzi, interviste, conferenze, con lo stesso entusiasmo di quanto ha iniziato questo mestiere.

Gianfranco verrà salutato domani alle 11, nel sagrato della chiesa di San Michele Arcangelo in piazza Roma, ad Aprilia. Era la sua città, che conosceva meglio delle sue tasche.