Nel dibattito odierno del question time di Latina è approdata l’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia relativa all’immobile sede della Banca d’Italia che presto resterà vuoto e per il quale è stata decisa la vendita. L’iniziativa del consigliere Nicola Calandrini era finalizzata a conoscere, al di là dei “proclami” di carattere politico da parte di Latina Bene Comune, se l’amministrazione in carica avesse attivato procedure volte all’effettiva acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile in discussione o eventualmente al suo comodato d’uso.
“Latina è una delle città italiane esempio di architettura ed urbanistica razionalista – si legge nel testo dell’interrogazione -. L’interesse per gli immobili di Fondazione è interesse comune a tutti i cittadini anche per tenere in vita un tessuto urbano che può essere la premessa per un rilancio della città partendo dalle sue radici. C’è anche una grande sfida per la Città che consiste nel ritrovare nuove funzioni e nuovi servizi. La chiusura della sede della Banca d’Italia segna questo passaggio. Dobbiamo raccogliere questa nuova sfida con un presupposto: la discussione sul futuro dello spazio lasciato libero dalla Banca d’Italia deve avvenire coinvolgendo l’intera comunità e le Istituzioni che questa comunità rappresentano e non può rimanere nell’ambito di discussione all’interno dei singoli partiti”.
All’interrogazione di Calandrini ha risposto l’assessore all’urbanistica Gianfranco Buttarelli il quale ha riferito che l’amministrazione in primis ha inviato alla Banca d’Italia una “banale mail” per rappresentare il proprio interesse all’immobile di piazza della Libertà. Buttarelli ha poi aggiunto che, a seguito di questo primo contatto, è stato fissato un incontro con il responsabile del patrimonio della Banca d’Italia a cui lui stesso, insieme con il sindaco Damiano Coletta, prenderà parte e del cui esito informerà il Consiglio comunale. Per quanto riguarda la forma di acquisizione dell’edificio inserito in pieno centro storico, Buttarelli non ha escluso nulla. Nel senso che sarebbe possibile, a suo dire, anche un’acquisizione, considerando la vendita di altri immobili del Comune per reperire risorse utili allo scopo. In merito al comodato suggerito da Calandrini, Buttarelli ha usato l’espressione “aiuto di Stato” che non sa se sia percorribile. Molto, appunto, dipenderà da quanto emergerà dall’incontro con i referenti della Banca d’Italia.
Come riempiere il contenitore vuoto? A questo interrogativo Buttarelli ha anticipato che si affiderà all’università (nessun accenno alle modalità, il mese scorso due incarichi all’università sono stati oggetto di revoca in autotutela) per avere un ventaglio di opzioni valide allo scopo di rilanciare non soltanto il centro storico ma l’intera città. Buttarelli ha parlato di fare dello storico edificio un centro polifunzionale in cui allocare e far condividere diverse progettualità che abbiano una valenza sociale, culturale ed economica e che sia punto di riferimento per l’intera provincia. Ha ipotizzato che possa diventare la sede del cosiddetto Urban center o che diventi sede di incontro amministrativo delle diverse realtà industriali del settore farmacologico.
Calandrini, dal canto suo, ha voluto sottolineare che sarà importante in questa vicenda la determinazione che l’amministrazione, in primis il sindaco, saprà rappresentare per far prevalere l’interesse del Comune e quindi della città rispetto ad altri appetiti di natura privatistica.