Coronavirus, primo fine settimana in casa: il tempo si dilata e i bambini vogliono andare a scuola

Primo fine settimana in casa a causa del Coronavirus. Ci è voluto un po’, ma finalmente in molti hanno capito che non si può uscire se non per fare la spesa e andare a lavoro. Pochi altri i motivi per i quali è possibile muoversi da un Comune all’altro. Anche le famiglie restano divise, non si può più andare a pranzo la domenica dai parenti e, se per qualcuno, può essere una liberazione, per altri – pensiamo soprattutto ai bambini – è una punizione difficile da comprendere.

I bambini sono forse quelli che più stanno pagando questo isolamento forzato, per quanto necessario. Abituati ad una vita frenetica, a ore e ore a scuola e poi a svolgere attività di ogni tipo, si ritrovano a casa per giorni senza uscire, né vedere amici o anche senza giocare a pallone nel parco. Nei giorni scorsi la domanda più frequente con diverse interpretazioni era se fosse possibile uscire per una passeggiata. Potrebbe valere il buon senso: uscite in solitaria e in posti in cui non ci sono persone. Eppure il buon senso sembra non bastare, così – solo per fare un esempio – ma ce ne sono diversi – sulla pista ciclabile di Pontenuovo a Sermoneta, le forze dell’ordine sono dovute intervenire per rispedire a casa un centinaio di persone uscite con la bella giornata di sole di ieri.

Nelle palazzine i condomini, direttamente dai balconi, si mettono d’accordo per usare il cortile a turno. Un fine settimana diverso, imprevedibile, difficile da immaginare soltanto qualche settimana fa. La vita si riorganizza in tempi che si sono allungati. Anche i compiti dati dalle maestre sembrano pochi: a chiederne altri sono gli stessi bambini, anche solo per fare compagnia ai fratelli più grandi, impegnati qualche ora nello studio. La mattina quando si svegliano chiedono: “Mamma, che oggi andiamo a scuola?”. Poi si svegliano e quel pensiero che qualche volta era stato negativo diventa un desiderio.

Le persone fanno a gara per chi deve uscire a comprare il pane e davanti ai pochissimi negozi aperti ci si mette educatamente in fila a distanza di sicurezza. L’atmosfera che si respira è mesta. I social diventano un modo per stare vicini anche da lontano. Adempiono finalmente al loro compito. I nonni fanno per la prima volta una video chiamata ai nipoti. I figli ormai adulti cercano di far comprendere ai genitori anziani che devono restare in casa, che possono evitare anche di andare al supermercato. Con pochi risultati.

La preoccupazione per il futuro ha trovato spazio in chi non se ne era mai preoccupato, essendo vissuto in un periodo di pace e di una crisi economica arrivata soltanto negli ultimi anni. Si va avanti giorno per giorno, con la speranza che le misure messe in campo funzionino, che questo isolamento faccia il suo dovere. Con la speranza che questa estate potremmo di nuovo andare tutti insieme al mare.