Coronavirus, regione Lazio “a rischio basso”. Ecco come torneremo al ristorante

La regione Lazio è stata definita, in base ai tre set di indicatori relativi alla capacità di monitoraggio, alla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti e alla stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari,  “a rischio basso” per la trasmissione del coronavirus.

Questa una delle premesse che hanno poi portato l’Ente a stilare le linee guida – considerate ovviamente le disposizioni del Governo – per il riavvio delle attività economiche, produttive e sociali.

Tra queste quelle relative a ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali), nonché per l’attività di catering.

Saranno necessarie informazioni in varie lingue, che siano così comprensibili ai clienti di varie nazionalità. Potrà essere rilevata ai clienti la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore ai 37,5 °C. Gestori e lavoratori non potranno iniziare il turno di lavoro se la temperatura corporea è superiore a 37,5°C.

Saranno disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno. Si suggerisce di dotare i bagni di asciugamani e copriwater monouso.

Il gestore dovrà assicurare l’igienizzazione almeno due volte al giorno e la sanificazione quotidiana dei locali, degli ambienti, delle postazioni e strumenti di lavoro, dei tavoli, sedie e oggetti che vengono a contatto con i clienti, ove possibile con prodotti usa e getta.

Negli esercizi che dispongono di posti a sedere è importante privilegiare l’accesso tramite prenotazione, mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 30 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy. In tali attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere.

Laddove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro.

I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale preferibilmente di almeno 1 metro e mezzo tra le persone, comunque non inferiore ad almeno 1 metro, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale, come le persone conviventi.

Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet, tenendo comunque conto del passaggio del personale di sala e fermo restando il divieto di assembramento.

La consumazione al banco è consentita solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.

Vietata invece la consumazione a buffet.

Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idro-alcoliche (prima di ogni servizio al tavolo). Ove possibile il personale, in particolare il personale di cucina, deve indossare guanti in nitrile monouso.

Necessario anche favorire il ricambio d’aria negli ambienti ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria.

I clienti devono usare le mascherine all’interno dei locali quando non consumano (ad esempio per raggiungere i bagni o per pagare alla cassa). Le mascherine rimosse non devono essere poggiate sul tavolo.

I clienti sono invitati ad adottare comportamenti rigorosi al tavolo, e in generale nel locale, soprattutto innalzando la supervisione dei minori accompagnati e limitando gli spostamenti nel locale alle sole attività necessarie. Si fa leva, quindi, sul senso di responsabilità di tutti. Non è consentito l’uso di appendiabiti comuni e del guardaroba.

Resta da capire quanti locali saranno in grado di mantenere questi standard di pulizia e di sostenere le spese con una riduzione drastica dei clienti causata dalla distanza da mantenere tra gli avventori e tra i tavoli.