Desirée, concluso l’esame dei testimoni: il pm chiede il rinvio a giudizio

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Concluso oggi, 14 ottobre, con la testimonianza di Kasufa Muriel, l’incidente probatorio relativo alla morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna trovata in un immobile abbandonato a Roma.

La donna ha raccontato di nuovo agli inquirenti, davanti al giudice, cosa sarebbe avvenuto all’interno dello stabile, confermando il quadro accusatorio. Aveva visto che la ragazza stava male, ma le avevano detto che rispondeva con deboli mugugni e che si stava riprendendo. Per questo si era allontanata e poi era tornata. Anche lei ha confermato che le fu impedito di chiamare i soccorsi e ha ripetuto la frase che già avevano detto gli altri testimoni chiave: “Meglio lei morta che noi in galera”.

Kasufa ha risposto per ore alle domande, dalle 10.30 di questa mattina, fino alle 14.30. Poi è iniziata la requisitoria del pubblico ministero. Ha parlato delle prove raccolte a carico degli indagati, delle perizie che hanno confermato anche che la ragazza non avesse ai avuto prima rapporti sessuali, che le era stato somministrato un mix di farmaci letale, e ancora che tutti gli indagati sono stati collocati sul luogo del delitto nelle ore in cui la 16enne è stata nell’edificio, si è sentita male (12 ore di lunga agonia senza che nessuno potesse comporre il numero del 118 che probabilmente le avrebbe salvato la vita), ed è poi deceduta. Per loro ha chiesto il rinvio a giudizio.

Anche gli avvocati di parte civile, tra i quali Maria Belli, Maria Teresa Ciotti e Oreste Palmieri, hanno ripetuto la richiesta del pm e non è mancato un passaggio alla denuncia di uno degli indagati ai genitori della ragazza.

Hanno quindi iniziato a discutere le difese. Mercoledì 16 sarà ancora la volta delle arringhe difensive e la decisione è prevista per il 21 ottobre.