Donna “a cuccia” pubblicizza lavaggio per cani, Ciccarelli: “Offensivo”

Patrizia Ciccarelli contro la pubblicità sessista. Non è certo la prima volta che chi ha soltanto una sensibilità un po’ più spiccata per certi temi si sia sentito offeso o comunque rammaricato per cartelloni che fanno della donna un mero oggetto sessuale, per promuovere qualsiasi tipo di prodotto.

In questi giorni è capitato anche all’assessore al Welfare del Comune di Latina che però non è passata oltre e, per ora su Facebook, ha denunciato quello che è ancora un segno negativo della nostra società.

“Sono in po’ di giorni che mi arrovello sull’opportunità di pubblicare questo post nel timore di contribuire, mio malgrado, alla divulgazione di un messaggio volgare e oscurantista – ha scritto – ma dopo aver invano tentato di individuare un’autorità autorizzata a impedire che questo insulto proseguisse, mi sono risolta a scrivere il mio pensiero a riguardo. Non ce la faccio davvero più a transitare per la frequentatissima via del Lido e continuare a subire in silenzio la vista di una pubblicità offensiva e degradante dell’immagine della donna.

Si dice che la pubblicità sia lo specchio della società in cui viviamo e che ne rappresenti, pertanto, le idee e i valori più comunemente condivisi e diffusi. E allora non si può tacere di fronte a questi insulti accettando in silenzio la divulgazione di pubblicità che sviliscono la figura femminile e passano una serie di valori etichettabili come sessisti.

A chi si chiede quando una pubblicità possa essere definita sessista e quale possa essere considerato il limite da non superare, segnalo quanto affermato da Annamaria Testa, esperta di comunicazione e creatività: ‘[…] se devo far pubblicità ai reggiseni, posso mostrare una ragazza in reggiseno. Ma se devo farla a una linea di traghetti o a una marca di pompelmi, una ragazza in reggiseno che c’entra?’.

Bene, in questa immagine si sta pubblicizzando un lavaggio per cani !!! E lo si fa affiancando una donna ‘a cuccia’ vicino a un mansueto e adorabile cagnolino presentando entrambi come irresistibili quanto mansueti oggetti d’amore. Che orrore !!!!! Denuncio pubblicamente la mia presa di distanza da tutto ciò confidando che chi ha la competenza per farlo ponga finalmente fine a questo messaggio”.

Poco dopo sono arrivate le scuse dell’azienda e la vela pubblicitaria in questione è stata rimossa: “Ci scusiamo con tutti – hanno scritto – e ringraziamo i nostri clienti per averci segnalato una pubblicità che non è stata di loro gradimento. Non era nostro intento offendere nessuna persona o risultare ‘sessisti’, anzi, il nostro staff è formato prevalentemente da donne, quindi ne abbiamo pienamente rispetto”.

Il fatto di avere dipendenti donne non garantisce tout court il rispetto per le stesse, ma le scuse sono state veloci e puntuali e questo dimostra che a volte basta indignarsi ancora e far presente cosa non va per rimettere a posto le cose.