Giorgia Meloni: “Sindaco a Latina? Andremo uniti e vincenti”

Giorgia Meloni sul palco al Campo Coni

9Giorgia Meloni è tornata nella “sua” Latina, nel suo collegio elettorale, da dove Fratelli d’Italia vuole ripartite, nel momento in cui i sondaggi danno in sensibile crescita il partito. Ma è anche la fase più delicata per le sorti del centrodestra nel capoluogo pontino, colpito dalla vicende giudiziarie che (un po’ come per il PD), minano la credibilità agli occhi dell’elettorato a pochissimi mesi dalle elezioni amministrative. Il 26 settembre? Forse si, forse no.

L’occasione della visita di Giorgia Meloni a Latina è rappresentata dalla presentazione di “Io sono Giorgia”, autobiografia della presidente di Fratelli d’Italia, in cui ripercorre le tappe che hanno contraddistinto la carriera politica. Titolo del libro che prende spunto dall’ormai famosissimo “Io sono Giorgia”, pronunciato in piazza San Giovanni in Laterano a Roma, in un discorso contro l’omogenitorialità, diventato la base per un remix che ha avuto enorme successo sui social. Prima di salire sul palco per essere intervistata da Paolo Corsini, vice direttore di Rai Due e ricevere l’abbraccio di una platea importante, Giorgia Meloni si è fermata a parlare la stampa su temi nazionali e locali.

Green passa alla francese?

“Non sono accordo, deve essere uno strumento la socialità. Sarebbe devastante per l’economia italiana, un’ altra mazzata per il turismo. Una scelta economicida, che non possiamo permetterci. Nell’ Unione Europea il green pass era nato per favorire il turismo, non per ucciderlo. Così la gente non si sposta. Spero che il governo non faccia una scelta di questo tipo”.

D’accordo con l’obbligo vaccinale?

“Si. Vanno coinvolte le persone con chiarezza di informazione e trasparenza, mancate fino ad ora. Spero che si recuperino due milioni di persone, over  60, la fascia più a rischio, che ad oggi non si sono ancora vaccinate. Bisogna anche garantire la facilità dei vaccini, con un principio di prossimità, quindi in farmacia o dai medici di base. Serve serietà, che è mancata insieme alle dosi”.

Amministrative, a Latina centrodestra unito?

“Si, andremo uniti al voto. Il centrodestra ancora non decide il sindaco, ma siamo perfettamente in tempo per scegliere un candidato spendibile e serio per Latina, che abbia un progetto chiaro per questa città, che merita molto di più di quello che ha visto con l’amministrazione Coletta. Come Fratelli d’Italia siamo impegnati in questo senso con gli alleati, cerchiamo sempre di lavorare insieme. Abbiamo messo in campo diverse ipotesi, tra cui le candidature degli esponenti del nostro consiglio comunale, che hanno lavorato benissimo in opposizione al sindaco Coletta. Speriamo di poter decidere nelle prossime ore, nei prossimo giorni, ma c’è tempo per un candidato vincente. Fratelli d’Italia lavora per la vittoria, più facile se siamo uniti”.

Zaccheo?

“Ne stiamo ancora parlando. Non ho mai detto che non è una risorsa”

Nei sondaggi (sondaggio Swg per il Tg La7) Fratelli d’Italia è il primo partito…

“Lo lasciamo dire ai cittadini. I voti li conto, non li guardo sui sondaggi. Comunque grande soddisfazione per una crescita maturata nel tempo, non repentina. Il nostro è un partito nato dieci anni anni, ora stiamo vedendo i risultati del duro lavoro. Ne sento molto la responsabilità in città come questa, Latina, sempre laboratorio per la destra, che alla destra ha sempre dato grosse soddisfazioni, che negli ultimi anni forse non siamo riusciti interpretare come avremmo dovuto. Quindi è una responsabilità che Fratelli d’Italia sente particolarmente forte qui a Latina”.

A Milano non vi siete presentati …

“Abbiamo dato l’ok per il candidato del centrodestra Luca Bernando. Io non ero presente in conferenza stampa (contro l’esclusione FdI dal Cda Rai ndr), ma Fratelli d’Italia non è solo Giorgia Meloni, c’erano altri esponenti del partito. Stiamo facendo la campagna elettorale”.

Martedì il Ddl Zan alla Camera, cosa ne pensa?

“No affronto questi temi con una postura ideologica, a differenza della sinistra. Se combattiamo la discriminazione mi si dica quali siano le norme, sono disponibile perché io combatto la discriminazione. Se sono norme per fare altro, per ammazzare le conquiste delle donne o per portare le materie gender nella scuola, dai bambini di sei anni, che riteniamo fino ad oggi debbano essere seguite dalle famiglie, non sono d’accordo. Mi si dica di cosa parliamo, rispondo nel merito. Non ho problemi”.