Incarichi, Ordine dei commercialisti si schiera con il presidente del tribunale

Efrem Romagnoli, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Latina

La battaglia tra il consiglio dell’Ordine degli avvocati e la presidente del tribunale di Latina, Caterina Chiaravalloti si estende ad altri professionisti, che prendono le parti dei magistrati. L’Ordine dei commercialisti pontino è intervenuto sulla presunta incompatibilità ambientale della presidente del palazzo di giustizia pontino esprimendole tutta la sua solidarietà. 

“Apprendiamo dagli organi di stampa – ha detto il presidente dell’Odcec Efrem Romagnoli – delle richieste di iniziative formulate dal dimissionario Coa di Latina, avverso la Presidenza del Tribunale di Latina per presunta incompatibilità ambientale, dovuta alla gestione degli incarichi, soprattutto in ambito fallimentare.

Questo Ordine, ben lungi dall’entrare nel merito del lamentato contrasto dei membri dimissionari del Coa con la magistratura pontina, non può tuttavia esimersi dal ricordare che fu proprio il presidente Chiaravalloti ad indire una riunione con Coa e Odcec di Latina sul tema degli incarichi, all’indomani di un articolo di stampa del marzo 2019 nel quale si leggeva di malumori di avvocati e commercialisti in ragione di una nomina del Tribunale fallimentare in un concordato preventivo.

Ciò a dimostrazione dello spirito collaborativo e dialogante con cui il presidente del Tribunale ha affrontato il tema assicurando, sin da subito, che i giudici, inclusi quelli fallimentari, avrebbero dato preferenza a professionisti del circondario di Latina. Impegno, questo, pienamente mantenuto”.

“Cosa ben diversa, – prosegue Romagnoli – era invece avvenuta all’indomani del caso Lollo, quando l’allora presidente Pandolfi, pesantemente penalizzando il patrimonio professionale pontino, ritenne di affidare circa 60 incarichi di sostituzione per revoche fallimentari a professionisti di Napoli. In quella occasione nessuno ritenne invece di sollevare un problema di incompatibilità ambientale a carico del presidente del Tribunale che quei provvedimenti aveva adottato.

Laddove poi il problema fosse quello della lamentata preferenza dei commercialisti rispetto agli avvocati per la nomina a curatore fallimentare e commissario giudiziale, da anni gli iscritti all’Odcec vengono numericamente preferiti in quanto dotati di preparazione circolare, che consente ad un curatore commercialista di poter svolgere tale incarico senza necessitare di coadiutori contabili/fiscali, che invece vengono richiesti dai curatori avvocati. Del resto gli avvocati hanno il loro evidente contrappeso nel fatto di poter essere gli unici ad assistere le curatele per le azioni giudiziarie”.

“Ulteriormente si rileva che l’Odcec di Latina, – aggiunge il presidente – nella suindicata riunione con Chiaravalloti, è stato il solo, in continuità con quanto fatto anche presso i precedenti presidenti del Tribunale a partire dal 2013, ad aver posto l’accento sull’esigenza di rotazione degli incarichi. Ciò, evidentemente, al fine di contrastare la problematica delle concentrazioni nelle nomine, non solo concorsuali ed endo concorsuali, stratificatasi negli anni precedenti la presidenza Chiaravalloti e indiscutibilmente penalizzante per tutti i professionisti di Latina. Ma d’altronde questo Ordine è abituato ad adottare iniziative innovative ed autonome, come avvenuto per il caso Lollo nel quale, ferma la trasversalità del fenomeno, solo l’Odcec di Latina si è costituito parte civile nel processo di Perugia”.

“Pertanto – ha concluso Romagnoli –  le circolari dei mesi scorsi con cui il presidente del Tribunale ha introdotto stringenti limiti agli incarichi fallimentari ed endo concorsuali in capo al singolo professionista, e con cui ha invitato i giudici fallimentari ad una accurata verifica della sussistenza di rapporti di cointeressenza tra professionisti nominati nelle procedure, segnano una meritoria azione di vigilanza. Tutto ciò premesso, l’Odcec di Latina, ritiene l’azione del presidente Chiaravalloti certamente in linea con i doveri del suo ufficio, esprimendole piena solidarietà”.