Latina, Le Radio della Bonifca in mostra al Palazzo Caetani di Tor Tre Ponti

In occasione dell’84° Natale di Latina e grazie alla disponibilità della Fondazione Roffredo Caetani Onlus di Sermoneta, nei giorni 16 Dicembre e dal 19 al 22 compresi, si terrà presso il Palazzo Caetani di Tor Tre Ponti una mostra storica dal titolo “Le radio della bonifica” organizzata dall’associazione culturale “Tor Tre Ponti” in collaborazione con l’associazione culturale “Quelli della radio” di Aprilia.

La radiofonia in Italia nasce il 6 ottobre del 1924 con questo messaggio irradiato da Roma: “Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera sette primo e secondo tempo”. Erano le ore 21 quando la violinista Ines Viviani Donarelli dai microfoni della neonata URI (Unione Radiofonica Italiana) annunciò l’inizio delle trasmissioni dalla stazione di Roma S. Filippo (oggi Parioli, quartiere VIP di Roma). Nasceva così la radiodiffusione italiana.

Nel 1926 il regime fascista dà il via alla Bonifica dell’agro pontino che si protrarrà fino al 1937, restituendo così al lavoro contadino un immenso territorio dove sono fondate addirittura una provincia con quattro città: il capoluogo Littoria (oggi Latina) e poi Sabaudia, Pontinia e Aprilia. Nel 1927 l’URI è trasformata in EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e le trasmissioni sono sottoposte al controllo del regime fascista che ne fa si uno strumento di propaganda ma anche un valido mezzo didattico. Per meglio adempiere queste necessità nel 1933 viene istituito l”Ente Radio Rurale” con sede in Roma, lo scopo era “la diffusione della radiofonia nelle campagne per la elevazione morale e culturale delle popolazioni agricole”, in seguito però il programma si allarga anche alla didattica scolastica. L’impresa della bonifica pontina e quella della diffusione dei programmi radio subiscono un percorso parallelo, infatti, nascono quelle che possiamo chiamare le radio della bonifica perché costruite nello stesso periodo e di aiuto ai lavoratori della bonifica stessa.

Il Ministero delle Comunicazioni, dopo averne stabilite le caratteristiche tecniche ed estetiche, indice un bando per la costruzione di un apparecchio radio a basso costo denominato “Radio Rurale” in grado di ricevere soltanto le Onde Medie; molte ditte italiane rispondono con un loro modello di ricevitore. Il prezzo di vendita fu fissato a 600Lit, anche rateizzabili; oltre alla radio era fornito l’impianto di antenna (filo e isolatori), filo per la presa di terra e un attacco di corrente derivabile dal portalampada della stanza dove si sarebbe utilizzata la radio. La caratteristica più appariscente di questo ricevitore, oltre al nome in metallo “Radiorurale” erano una spiga di grano e un cerchio con due fasci contrapposti, sempre metallici, apposti sul frontale di legno del mobile. L’Ente aveva l’esclusiva per la vendita e l’impianto di questi apparecchi che non erano acquistabili dal pubblico ma soltanto da scuole, sedi del PNF ed Enti governativi e comunali. Il modello “Radio Rurale” aveva buone caratteristiche tecniche e incontrò (dato anche il prezzo imposto) il favore del pubblico. Vista la buona riuscita di questo ricevitore, si volle estendere la possibilità dell’acquisto ad una platea più vasta, nacque così intorno al 1937, sempre su specifiche governative il modello “Radio Balilla”, chiamata anche radio popolare appunto perché rivolta all’acquisto da parte delle masse. Anche questa radio poteva ricevere soltanto le Onde Medie e aveva come fregio metallico un fascio littorio contornato dal nome “Radio Balilla” il tutto contenuto in una cornicetta squadrata. A differenza però della “Radio Rurale” la qualità di questo ricevitore era scarsa, sostanzialmente era “sordo” cioè in grado di captare bene principalmente la stazione locale e impedire l’ascolto di emittenti straniere di controinformazione. Oltretutto, per poterlo vendere a un prezzo contenuto, e imposto, di 430Lit il circuito e i materiali impiegati non erano troppo pregiati risultando così un prodotto mediocre. Comunque fu prodotto da varie ditte, ma sia i produttori sia i commercianti tendevano a pubblicizzare altri modelli, dove il loro margine di guadagno era più alto; il pubblico riservò una tiepida accoglienza a questo ricevitore dopo averne valutate le caratteristiche limitate.

L’ultimo tentativo da parte del regime di favorire la radiodiffusione, fu la produzione iniziata nel 1939 di un altro modello di radio popolare: la “Radio Roma” sempre in Onde Medie. Si presentava come un parallelepipedo di legno scuro, senza alcun simbolo fascista, ma di buona qualità tecnica; il costo era di 450Lit. Purtroppo la campagna pubblicitaria fu praticamente inesistente, l’Ente Radio Rurale chiuse i battenti all’inizio del 1940 e in piena seconda guerra mondiale questo ricevitore non ebbe miglior sorte del precedente.

Ritornando al parallelismo Bonifica agro pontino – diffusione radiofonica possiamo senz’altro affermare che le radio sopra descritte e altri modelli non politicizzati furono anch’esse protagoniste di questo grandioso lavoro indirizzando, istruendo e accompagnando le masse contadine e gli scolari mediante le molte ore di programmazione a loro dedicate, per esempio grande successo ebbe la trasmissione “L’ora dell’agricoltore” oppure i disegni radiofonici per i bambini o il programma a loro dedicato da un conduttore radiofonico: Cesare Ferri chiamato “Nonno Radio”.

Con la mostra “LE RADIO DELLA BONIFICA”, nella splendida cornice di Palazzo Caetani a Tor Tre Ponti (LT), si vuole ricostruire mediante l’esposizione di reperti storici e originali, il percorso che la radio ha fatto dagli albori fino a raggiungere il livello tecnologico moderno di cui facciamo uso tutti i giorni.