Legambiente Sezze, “L’uomo a Phi tornerà esposto nel MUCIV”

Con l’audizione in commissione cultura del comune di Sezze, si può considerare conclusa la prima parte del progetto Uomo a Phi, la cui finalità è di restituire alla memoria comune uno dei simboli della città setina.
La chiusura di questa prima parte del progetto Uomo a Phi, iniziata nel 2016, è stata, per il Circolo Legambiente Sezze, motivo di grande soddisfazione perché si è raggiunto uno degli  obiettivi statutari dell’associazione, cioè riuscire a sviluppare una rete di rapporti capaci di mettere in relazione cittadini e istituzioni per migliorare la città.

Un salto nel passato

Alle pendici della collina sulla quale sorge Sezze esiste un anfiteatro preistorico modellato dalla natura. L’Homo Sapiens vi trovò riparo migliaia di anni fa lasciando al suo interno la prima rappresentazione della figura umana disegnata sulle pareti del riparo; tale figura antropomorfa è chiamata “Uomo a Phi” per la somiglianza con la lettera greca.

Il riparo preistorico dell’Arnalo dei Bufali, dove nella primavera del 1936 Alberto Carlo Blanc, paletnologo italiano, professore di paletnologia all’Università di Roma, presidente dell’Unione internazionale delle scienze preistoriche, ha scoperto il dipinto rupestre dell’Uomo a Phi in un complesso naturale vicino al tracciato della vecchia linea ferroviaria Toppitto.
Riconosciuto confrontandolo con i numerosi ritrovamenti fatti in Spagna appartenenti al Neolitico. Il dipinto rupestre realizzato con ocra rossa, ritrovato all’Arnalo dei Bufali in Sezze, è alto 28,5 cm e largo 22,0 e si trova attualmente a Roma presso il Museo “Preistorico-Protostorico del Lazio.

Dopo la scoperta

Da quel momento il dipinto è stato conservato, al riparo della luce, nei magazzini del museo romano. Dal 2016 fino al 2019 il sito è stato visitato da circa 500 studenti all’anno sia di Sezze che di Latina.

Da questa iniziativa il Circolo di Legambiente ha cercato di ravvivare l’interesse per questo dipinto con lo scopo di farlo tornare esposto.
Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario coinvolgere l’amministrazione comunale di Sezze. Prima con il sindaco Campoli, senza successo; successivamente con il sindaco Di Raimo che, nel 2018, con una missiva ufficiale, rivolta alla dirigenza del Museo Pigorini, chiese di valutare la possibilità di valorizzare l’Uomo a Phi.
Dopo aver svolto tutte le indagini del caso nel dicembre del 2021 il museo Pigorini ha comunicato all’associazione ambientalista, che l’Uomo a Phi era stato restaurato e che una sua copia in stampa 3D (scala 1:1) sarebbe stata inserita nel prossimo allestimento museale della sezione dedicata all’arte preistorica del Lazio.