L’odio sui social contro Andrea Camilleri lascia senza fiato

Andrea Camilleri

L’odio corre sui social anche quando la persona a cui è destinato sta lottando in un letto d’ospedale. I commenti di questi giorni contro lo scrittore Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano, impressionano anche chi Facebook (soprattutto), lo usa per lavoro ed è abituato ad insulti ai giornalisti (colpevoli anche solo di aver riportato una notizia), agli avvocati (perché svolgendo il loro lavoro difendono delinquenti o presunti tali).

Eppure le parole sprezzanti, i “ben gli sta”, i “se l’è andata a cercare”, contro una persona che ha 93 anni, che nella sua vita ha dato tanto a questo Paese, che è rimasto coerente con la sua visione del mondo e della politica, che ha appena avuto un arresto cardiaco, non sono accettabili.

L’unico forse che non ne meraviglierebbe forse, sarebbe proprio lui. “Mi dispiace essere pessimista – ha spiegato in una intervista di qualche giorno fa a Radio Capital – ma il Paese sta peggiorando in tutto: nel linguaggio, nel modo di rapportarci gli uni con gli altri, nell’assurda aggressività”.

Questi post sono davvero espressione di una “assurda aggressività”, che si nasconde dietro una visione politica, ma che non può essere ricondotta alla politica. E’ solo, vogliamo ancora sperare, la mancanza di cultura, di umanità, di espressione di qualsivoglia concetto, che riduce certe persone a dire “L’odio che porta dentro ne è causa”. O, ancora, “Eeee, chi sputa in aria gli casca in faccia”, “Camilleri affogato nel suo stesso vomito”, e cose ancora peggiori.

La politica non è questo, non può cadere così in basso. E’ vero Camilleri non è morbido nei suoi giudizi, ma ha sempre attaccato chi, in quel momento, poteva difendersi.