Neuropsichiatria infantile, la commissione Welfare del Comune di Latina al lavoro per una mozione condivisa

Luisa Mobili

Una mozione per impegnare sindaco e giunta “a sollecitare nelle sedi opportune la dirigenza della Asl di Latina e la Regione Lazio affinché intervengano, già nella definizione del prossimo bilancio, nello stanziare le risorse economiche necessarie al potenziamento di tutti i servizi” di cui le famiglie di minori, disabili e soggetti fragili con difficoltà socio-emotive o con patologie conclamate hanno bisogno vedersi riconoscere i diritti fondamentali per affrontare la vita quotidiana: “prevenzione, diagnosi precoce, cure e riabilitazione oltre ai percorsi istituzionali derivanti dall’applicazione delle leggi 104/92 e 170/10”. L’iniziativa è stata sollecitata da associazioni e condivisa all’unanimità dai componenti della commissione Welfare del Comune di Latina. L’obiettivo è quello di fare di Latina la capofila nella promozione dei diritti dei pazienti con disabilità e delle loro famiglie, in riferimento al servizio di Neuropsichiatria infantile adolescenziale che nel distretto comprende oltre a Latina, anche Sabaudia, Pontinia, Sermoneta e Norma.

Si tratta di un servizio la cui richiesta è fortemente crescente: “Solo nel 2018 – si legge in una nota dei consiglieri di Latina Bene Comune – sono state effettuate 400 prime visite, ma con tempi di attesa di 40 giorni per l’apertura della cartella per i bambini entro l’anno di età e fino a 9 mesi per quelli più grandi in relazione alla patologia. I tre centri accreditati hanno liste di attesa per la presa in carico riabilitativa di oltre un anno per un numero limitato di utenti. Il problema sarà più grave nel momento in cui, nel giro di pochi anni, il personale in servizio andrà in pensione, con il rischio per il territorio di perdere un’importante risorsa ma soprattutto per le famiglie di vedersi riconosciuti diritti con difficoltà sempre maggiori”.

Questa mattina in commissione Welfare la presenza dei rappresentanti della Asl di Latina, ente con il quale il Comune ha avviato un lavoro integrato nell’ambito sociosanitario, le associazioni che si sono fatte carico del problema e l’hanno portato all’attenzione dei consiglieri – Fish Lazio, Coordinamento Via Libera, Latina Autismo e Cittadinanzattiva – e dell’assessora Patrizia Ciccarelli. In rappresentanza dell’Asl, erano presenti in commissione la dottoressa Pizzuti su delega della dottoressa Carreca, il dottor Carfagna e la dottoressa Di Lelio.

L’idea è quella di coinvolgere tutto il Consiglio comunale nella votazione dell’atto di indirizzo. “La salute è un diritto inalienabile e sono molto soddisfatta dell’esito della commissione di oggi, che ha portato il problema alla massima condivisione con tutti i consiglieri, opposizione compresa. L’auspicio – ha detto la presidente della commissione Luisa Mobili, di Latina Bene Comune – è quello di vedere tutto il consiglio comunale unito su un tema così importante: la tutela dei diritti dei più fragili, su cui terremo alta l’attenzione”.