Porto di Gaeta, corruzione e traffico di rifiuti: assolti Spinosa e Di Sarno

Il Tribunale di Cassino, dopo circa tre ore di camera di consiglio, ha assolto l’ex dirigente dell’Autorità portuale di Gaeta, Franco Spinosa e l’imprenditore Nicola Di Sarno, titolare della società spedizioniera Intergroup. Spinosa nello specifico è stato condannato a 4 mesi ma solo per un capo di imputazione, un reato minore, perché durante le indagini, quale titolare di uno scarico derivante da prodotti siderurgici e in un’area demaniale marittima, non consentì l’accesso agli insediamenti per il campionamento e le ispezioni ritenute necessarie dalle forze dell’ordine.

Grande soddisfazione degli avvocati, Vincenzo Macari e Alfredo Zaza D’Ausilio (il primo difende Spinosa e insieme assitono Di Sarno): “Completamente sconfessati gli asserti accusatori, in tal modo ridando ampia credibilità a tutte le forze dell’ordine che operano nel porto di Gaeta: Guardia di Finanza, navale e stanziale, Agenzia delle Dogane, Arpa, Polizia Provinciale”.

Il punto principale del processo girava intorno al reato di corruzione che veniva contestato a Spinosa e Di Sarno per cui sono stati entrambi assolti.

Già il riesame aveva annullato il sequestro e la Suprema Corte ha pienamente confermato detto assunto.

Le indagini erano partite nel 2013 dalle guardie costiere su montagne di rifiuti accatastati al porto di Gaeta, rottami ferrosi provenienti dal basso Lazio e dalla Campania e diretti in Turchia. Il pm di Cassino, Alfredo Mattei, aveva chiesto la condanna per i quattro imputati a un totale di 16 anni e mezzo di reclusione e maxi sanzioni per le società coinvolte in quello che riteneva un ecobusiness milionario.

Assolti anche Andrea Di Grandi e Daniele Ripa, di Castrocielo.

Gli accertamenti iniziarono dopo gli esposti di comitati e associazioni cittadine, preoccupati per una montagna di rifiuti ferrosi alta 15 metri, accatastati sulla banchina Cicconardi. Gli inquirenti si convinsero che tra quelle 4.500 tonnellate di materiali ferrosi si nascondevano 9 tonnellate di rifiuti pericolosi e che le piogge facevano anche finire in mare parte di quel materiale, in attesa di essere caricato sulle navi. Scattarono sequestri e denunce e vennero anche formulate diverse ipotesi di rapporti corruttivi tra il dirigente dell’Authority e la Intergroup. Ora la sentenza di assoluzione da alcuni reati. Per altri – di cui pure erano accusati in questo procedimento – è intervenuta la prescrizione.