Ristoro nucleare, termini sospesi: “Per Latina la partita è ancora tutta da giocare”

La centrale nucleare di Borgo Sabotino a Latina

“Sul ristoro nucleare la partita è ancora tutta da giocare”. Così ha risposto l’amministrazione Coletta alle accuse arrivate anche dall’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo dopo che la Corte di Appello ha confermato il risarcimento milionario per i comuni dell’Ancin che avevano costituito una class action. A Minturno spetterà oltre 1 milione di euro, ma Latina non ha partecipato.

“A luglio 2016 – ha spiegato Lbc – a meno di un mese dall’insediamento dell’amministrazione Coletta, si concluse il giudizio di primo grado intentato da diversi comuni italiani, alcuni anche della nostra provincia, relativamente alla modalità di calcolo del ristoro nucleare a seguito dell’interpretazione di una disposizione di legge che, interpretando restrittivamente la normativa, di fatto, riduceva in misura significativa l’entità dell’importo dovuto ai Comuni.

A quel giudizio, avviato nel 2007, le amministrazioni politiche e commissariale non intesero partecipare e, pertanto, la pronuncia di I grado del luglio 2016 non ci vide, nostro malgrado, parte in causa.

La sentenza, favorevole, rappresentò comunque l’occasione per valutare la situazione e attivarsi, inviando la messa in mora sospensiva dei termini (decennali) di prescrizione delle maggiori somme dovute dal 2007 in poi.

La stessa sentenza di I grado, venne impugnata dalla parte soccombente (la Presidenza del Consiglio dei Ministri) e oggi la pronuncia della Corte d’Appello del 4 giugno scorso ha definito il giudizio confermando quanto disposto in primo grado”.

“Il Comune – concludono quindi dall’amministrazione – ha atteso la pronuncia in secondo grado premurandosi, attraverso l’interruzione dei termini, di non pregiudicare il diritto oggi riconosciuto alle controparti costituite ma, comunque, per analogia e salva l’eventuale revisione della Suprema Corte, presupposto perché anche Latina possa legittimamente agire per il proprio diritto”.