Sarà celebrata il 1° luglio l’udienza preliminare per l’inchiesta della “sposa bambina”, una delle vicende giudiziarie più delicate e complesse degli ultimi anni nel territorio pontino. A portare il caso in aula è stato il pubblico ministero Giuseppe Miliano, che ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i genitori dei due minori coinvolti, oltre ad altri soggetti ritenuti coinvolti a vario titolo nella vicenda.
L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, ha messo a fuoco un contesto familiare e sociale in cui la tutela dei minori sarebbe venuta meno, portando alla convivenza forzata tra due giovanissimi – lei appena 13 anni – e a conseguenze gravissime: rapporti sessuali tra minorenni da cui è derivata anche una gravidanza.
Il procedimento giudiziario si aprirà davanti al giudice per l’udienza preliminare Barbara Cortegiano, presso il Tribunale di Latina.
Tra i reati contestati ci sono quelli previsti dagli articoli 609 bis e 609 quater del Codice Penale, ovvero violenza sessuale e atti sessuali con minorenne. Il nodo centrale dell’accusa è la responsabilità dei genitori, che secondo la Procura non avrebbero impedito la convivenza e i rapporti tra i due adolescenti. In particolare, ai genitori della ragazza è contestato il fatto di non aver agito per tutelare l’incolumità e la moralità sessuale della figlia.
“Non hanno impedito che la figlia andasse a convivere”, è riportato tra le contestazioni rivolte a padre e madre dell’adolescente. Non meno gravi le accuse rivolte alla famiglia del minore, appartenente al gruppo di Ferdinando Di Silvio detto “Gianni”, che secondo l’accusa avrebbe avuto una posizione di controllo e avallo della relazione, non opponendosi ai rapporti sessuali, da cui sarebbe derivata la gravidanza della ragazza.
I fatti risalgono fino al giugno del 2021, ma l’inchiesta ha toccato corde profonde e allarmanti. Ai genitori della ragazzina è estesa la contestazione del reato di violenza sessuale, in quanto “erano consapevoli di quanto avveniva in quella casa, dei rapporti sessuali tra i due minori e della gravidanza della sposa bambina”, si legge nelle carte dell’indagine.
L’inchiesta ha seguito due binari paralleli: oltre al filone centrale relativo alla violenza sui minori, sono stati ipotizzati anche reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.