Latina, diffusa notizia fuga dall’hotel Covid. Ciccarelli: “Smentisco categoricamente”

L'assessore Patrizia Ciccarelli

E’ la seconda volta che la notizia di una fuga di immigrati positivi al Covid viene smentita. La prima riguardava alcuni richiedenti asilo che erano stati spostati all’ex Rossi Sud e da lì poi in una struttura di Cori. Non hanno mai tentato di andarsene.

La seconda riguarda gli ospiti del dormitorio di viale XXIV Maggio, 23 i positivi, spostati invece in un hotel a Latina Scalo. A smentire il tentativo di andare via di alcuni di loro è stata l’assessora alle Politiche di welfare e pari opportunità del Comune di Latina, Patrizia Ciccarelli, che insieme al sindaco e alla prefettura si erano occupati di questa emergenza nell’emergenza.

“Queste mie righe muovono dall’urgenza di smentire nella maniera più categorica la notizia circa il tentativo di fuga dall’albergo Covid che ospita gli utenti positivi del nostro dormitorio comunale” riportata da un quotidiano locale.

“Credo davvero indispensabile – ha aggiunto – che la cittadinanza, soprattutto quella che abita o frequenta i luoghi adiacenti la sede che ospita l’albergo Covid allestito dalla Asl, sappia che fino ad ora non si è registrato nulla di tutto ciò e che evidentemente la fonte di tali informazioni o è totalmente malinformata o, peggio, è in malafede e ha interesse a creare allarmismi”.

Quello che mi ha spinto – ha continuato – non è solo l’urgenza di ristabilire la verità dei fatti ma anche quello di cogliere l’occasione per spiegare a lei e ai suoi lettori il senso del percorso che con grande fatica stiamo facendo come Comune, congiuntamente con Asl e forze dell’ordine, sotto il coordinamento della nostra Prefettura, per garantire la continuità di un servizio inedito quanto complesso che ha come obiettivo la tutela della salute non solo dei 23 senza dimora positivi Covid ospitati, ma di tutta la popolazione. Perché se così non fosse non solo ci troveremmo di fronte alla violazione di un diritto universale qual è il diritto alla salute ma anche di fronte a un rischio importante per tutta la comunità in quanto i senza dimora sarebbero in giro sul territorio con evidenti rischi di diffusione del contagio.

Ora non sarò io a negare le criticità riscontrate, soprattutto in fase di rodaggio, nella conduzione di un servizio di questo tipo, un servizio nuovo: una cosa è trovarsi un senza dimora, magari con problemi psichici e/o di dipendenza in un reparto ospedaliero, altro è avere a che fare con 23 persone con questo genere di fragilità, tutte collocate nella stessa palazzina.

Per questo come servizi sociali – ha aggiunto Ciccarelli – abbiamo garantito la presenza di nostri operatori sul posto h24 (gli stessi che conoscevano l’utenza già dall’accoglienza in dormitorio) proprio per facilitare la relazione anche con altro personale (medico, paramedico e ausiliario) e mediare: mediazione linguistica ma non solo. Personale con il quale siamo in continuo contatto, giorno e notte, e che è costantemente impegnato a riorganizzare il servizio man mano che si evidenziano le problematiche. A volte i momenti di tensione (che possono legittimamente spaventare chi non è abituato al lavoro di strada e all’accoglienza a bassa soglia) nascono da episodi “banali” che magari, prestando maggiore cura e attenzione, possono essere prevenuti. Pertanto siamo impegnati in una costante rimodulazione del nostro servizio.

È stato poi previsto – ha concluso – un presidio continuo all’esterno dell’ingresso principale (oltre il cancello) da parte delle forze dell’ordine proprio per scongiurare ipotetici tentativi di fuga che però fino ad ora non si sono registrati”.