Bonus 200 euro entro luglio: mancetta di Stato? Così si sostengono famiglie e partite IVA?

Economia & Società

rubrica a cura di Ivan Simone

di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese

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Ivan Simeone

Apprendiamo dagli Organi di stampa che con il “Decreto Aiuti” approvato qualche giorno fa dal Governo Draghi, tra gli interventi previsti vi è un “Bonus” di 200 euro una tantum un po’ a tutte le categorie: dai lavoratori dipendenti che si ritroveranno l’importo direttamente in busta paga da Luglio prossimo ai pensionati, ai percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori stagionali, colf e ai lavoratori autonomi, le famose “partite IVA”.

Certamente questo “bonus” per molti sarà una piccola boccata di ossigeno dinanzi ad un aumento reale del costo della vita quotidiana che si sta facendo, giorno dopo giorno, difficile da sostenere per molte famiglie, pensionati e lavoratori autonomi ma…. il “ma” è d’obbligo poiché dinanzi al caro-prezzi energetico e di molti beni alimentari un “contributo” di 200 euro una tantum somiglia molto ad una “mancetta di Stato”.

Il Bonus dei 200 euro spetta a coloro che hanno un reddito fino a 35 mila euro. Ancora non certe le modalità di erogazione. Certamente in busta paga per i lavoratori dipendenti e nella pensione per i pensionati. Per i lavoratori autonomi ancora non è chiaro. Forse sarà un po’ come la procedura del ristoro covid, con domanda INPS e accredito diretto sul conto corrente.

Il tessuto sociale del Paese necessita di interventi più forti e strutturati per le micro attività, per le tante partite IVA, famiglie, pensionati. Il Paese sta scivolando, poco alla volta, quasi in maniera impercettibile ma inesorabile, ad una divisione netta tra pochi che hanno molto e molti che…hanno sempre di meno. Si sta distruggendo la borghesia operosa, il ceto medio, il mondo che giornalmente “alza la saracinesca” per produrre e far girare l’economia.

Molti interventi (giusti e sacrosanti) per le grandi realtà imprenditoriali, realtà portanti per il “sistema Paese”, ma le piccole realtà? Il mondo dell’artigianato che è un patrimonio tutto italiano? Le micro-imprese familiari?

Il principio che sta alla base di questo “Bonus 200” è certamente meritevole. E’ come una “redistribuzione” sociale rispetto agli extra-profitti delle imprese energetiche. Ma basta questo? Che senso ha se non ci sono per queste categorie, in particolare per le ditte individuali, e le micro-attività, veri “lavoratori dipendenti di se stessi” interventi strutturali?

Con una tantum di 200 euro si riequilibra il “caro prezzi” di questi tempi? La risposta la conosciamo tutti noi che viviamo il quotidiano. Ma “Il Palazzo” lo sa? Certo, meglio 200 euro in busta paga o sul conto corrente che un pugno nello stomaco, ma…..